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30 Marzo 2016

Abbandono precoce degli studi e formazione: in Europa cosa si fa?

L’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione è un fenomeno che, seppur in misura diversa, preoccupa tutti gli Stati europei ed è al centro ancora oggi delle politiche educative europee e nazionali.

di Simona Baggiani

Si tratta inoltre di un aspetto cruciale per valutare lo stato di salute di un sistema educativo. Non è un caso infatti che uno dei principali parametri di riferimento che la Commissione europea utilizza per la misurazione dei progressi fatti dagli Stati membri nel settore “Istruzione e formazione” sia proprio la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandona prematuramente gli studi o la formazione, percentuale che la Commissione chiede di far scendere al di sotto del 10% entro il 2020.

Un’analisi comparativa del fenomeno in Europa

Questa fondamentale importanza del tema nel contesto europeo e nazionale e il grande interesse dei moltissimi indicatori quantitativi e qualitativi contenuti nello studio della rete Eurydice è alla base della scelta dell’Unità italiana di pubblicare in italiano la quasi integralità dello studio della rete Eurydice, Tackling Early Leaving from Education and Training in Europe: Strategies, Policies and Measures, in questo nuovo numero della collana “I Quaderni di Eurydice.

La pubblicazione di Eurydice Italia accoglie pertanto il rapporto congiunto Eurydice/Cedefop che sottolinea gli sforzi dei singoli Stati membri e i tentativi della Commissione europea di monitorare gli sviluppi nella progettazione e implementazione di strategie, politiche e misure di lotta all’abbandono precoce e di supporto all’apprendimento degli studenti. I principali ambiti analizzati in questo rapporto sono la raccolta e il monitoraggio dei dati, le strategie e le politiche contro l’abbandono precoce centrate su prevenzione, intervento e compensazione e sui gruppi ad alto rischio di abbandono, il ruolo dell’orientamento scolastico e professionale, la governance e la cooperazione intersettoriale, l’abbandono precoce dell’istruzione e formazione professionale.

L’Unità italiana ha integrato il proprio volume con un Allegato che presenta gli ultimi dati disponibili sul tasso di abbandono precoce comparati rispettivamente all’obiettivo principale stabilito dall’Ue e agli obiettivi nazionali, sottolineando anche i progressi fatti dal 2011 al 2014 dagli Stati membri nella lotta a questo fenomeno.

E in Italia?
Nel nostro paese, per quanto riguarda la riduzione del tasso di abbandono precoce, si sono registrati significativi miglioramenti, in quanto la percentuale di “early leavers”, ossia di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente, è passata dal 19,2% del 2009 al 15% del 2014. Con quest’ultimo dato, l’Italia raggiunge anche il suo obiettivo nazionale (National target) fissato al 16%. Nonostante il trend complessivamente positivo, la distanza dall’obiettivo europeo che si prefigge di ridurre il fenomeno al di sotto del 10% entro il 2020 (Headline target ET 2020) rimane, soprattutto in alcune regioni, ancora marcata (vd GRAFICO qui sotto).

GRAFICO: TASSO DI ABBANDONO PRECOCE DEGLI STUDI E DELLA FORMAZIONE IN ITALIA (2009-2014)

Un altro dato significativo che emerge dallo studio è la forte disparità del tasso di abbandono che si registra a seconda del genere e soprattutto a seconda dello status di cittadino nato all’estero oppure di nativo.

In molti paesi europei infatti gli studenti nati all’estero che abbandonano precocemente i percorsi di istruzione e formazione costituiscono la maggioranza di chi abbandona (l’unica eccezione a questa tendenza generale è rappresentata dal Regno Unito). I tassi sono particolarmente alti in Grecia, Spagna e in Italia, dove il tasso di abbandono degli alunni stranieri è addirittura più del doppio rispetto a quello degli alunni italiani (34,4% di stranieri contro un 14,8% di nativi).

L’Italia risulta anche tra i paesi con le più forti disparità tra tassi di abbandono maschili e femminili, con una percentuale del 20,2% di ragazzi che abbandonano rispetto a un 13,7 % di ragazze.

Infine, per quanto riguarda le politiche e le misure per contrastare l’abbandono precoce, dallo studio di Eurydice emerge che, in Italia, a differenza di altri paesi, le varie iniziative intraprese in tal senso non sono ancora inserite in una strategia globale, anche se sono stati intrapresi alcuni passi per riunirle in un unico framework rafforzando al contempo la cooperazione intergovernativa.

È tuttavia importante sottolineare nel nostro contesto nazionale una serie di misure strutturali e sistemiche di prevenzione, intervento e compensazione del fenomeno. In particolare si pensi all’innalzamento dell’obbligo di istruzione/formazione e all’obbligo formativo, e alla conseguente istituzione del sistema nazionale delle anagrafi degli studenti, al riordino del sistema di istruzione e formazione professionale con la definizione di organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di IFP regionali, alla riorganizzazione dell’istruzione degli adulti, senza tralasciare la speciale attenzione che il nostro paese ha da sempre dedicato all’educazione e cura della prima infanzia.

Per consultare o scaricare il quaderno in formato pdf: La lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione: Strategie, politiche e misure

Il volume del Quaderno può essere richiesto, a titolo gratuito, all’Unità italiana di Eurydice scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica: eurydice@indire.it


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