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5 Dicembre 2014

Lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione in Europa: strategie, politiche e misure

L’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione (ELET) rappresenta un serio problema in molti paesi dell’UE ed è divenuto sempre più oggetto di particolare attenzione da parte di ricercatori, decisori politici ed educatori.

di Simona Baggiani

L’abbandono precoce ha un impatto negativo sulle opportunità dei giovani nel mercato del lavoro e ha pertanto alti costi per gli individui singoli così come per la società e l’economia. Completare i percorsi di istruzione e formazione, può, d’altro canto, portare a una serie di migliori opportunità di lavoro e a migliori condizioni di salute per i singoli, per non parlare di tassi più elevati di produttività, costi pubblici e sociali più bassi, crescita economica e coesione sociale.

Il rapporto congiunto Eurydice/Cedefop, Tackling Early Leaving from Education and Training in Europe, accompagna, sostenendola, l’agenda Europa 2020 sulla riduzione dell’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione ed è un diretto follow-up della Raccomandazione del Consiglio del 2011 sulle politiche volte a ridurre l’abbandono scolastico precoce. Ha come obiettivo quello di sottolineare gli sforzi degli Stati membri e della Commissione europea in questo ambito attraverso il monitoraggio degli sviluppi nella progettazione e attuazione di strategie, politiche e misure per la lotta all’abbandono precoce e il sostegno all’apprendimento degli studenti.

Numerosi aspetti chiave sono presi in esame in questo rapporto: la raccolta dati e il monitoraggio, le strategie e le politiche contro l’abbandono precoce focalizzate su azioni di prevenzione, intervento e compensazione e sui gruppi ad alto rischio di abbandono precoce, il ruolo dell’orientamento scolastico e professionale, la governance e la cooperazione intersettoriale e l’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione professionale (ELVET). Questa sintesi offre una breve panoramica su alcuni di questi aspetti.

L’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione è fortemente correlato allo svantaggio socio-economico

Statisticamente, gli studenti che sono nati all’estero hanno tassi di ELET più elevati rispetto agli studenti nati nel paese in questione. Tuttavia, questo può essere dovuto al fatto che gli studenti nati all’estero devono generalmente affrontare maggiori difficoltà nell’accesso e nella partecipazione all’istruzione rispetto ai loro coetanei (per es. difficoltà dovute alle barriere linguistiche e/o culturali, segregazione socio-economica, ecc.). Per quanto riguarda le differenze di genere, gli studenti maschi hanno quasi il doppio delle probabilità di abbandonare i percorsi di istruzione scolastica di tipo generale con qualifiche basse o addirittura con nessuna qualifica. Tuttavia, il background socio-economico sembra essere un fattore che influenza molto questo dato. Più alto è il background socio-economico, meno evidenti sono le differenze nei tassi di abbandono precoce tra studenti e studentesse. Pertanto, sia il background di immigrato o di appartenente a una minoranza e il genere da soli non possono essere considerati come fattori determinanti per quanto riguarda gli studenti che abbandonano precocemente i percorsi di istruzione e formazione.

Coloro che abbandonano precocemente i percorsi di istruzione e formazione provengono molto più probabilmente da famiglie con svantaggio socio-economico, ossia da famiglie con disoccupati, con reddito basso e bassi livelli di istruzione dei genitori. Quest’ultimo aspetto è di particolare importanza in quanto, in media, sei bambini su dieci negli Stati membri UE-28, i cui genitori hanno un basso livello di istruzione, sono a rischio di povertà e di esclusione sociale, e a causa di questo potrebbero anche essere a rischio di svantaggio educativo e di abbandono precoce.

Infine, l’abbandono precoce ha conseguenze socio-economiche dirette per il singolo individuo. Nell’UE-28, in media, sono impiegati il 19,7% dei giovani con al massimo un livello di istruzione secondaria inferiore, rispetto al 42,7% di giovani che hanno raggiunto un livello di istruzione secondaria superiore e una qualifica post-secondaria non terziaria e il 54,6% di laureati del livello terziario.

Più paesi usano un’anagrafe degli studenti per la raccolta dati a livello nazionale sugli abbandoni precoci

Per cercare di comprendere il fenomeno dell’abbandono precoce e dello sviluppo di politiche e misure per contrastarlo, numerosi paesi europei hanno adottato delle definizioni nazionali che vengono usate nell’elaborazione delle politiche. Queste definizioni sono strettamente legate agli strumenti di raccolta dati utilizzati per misurare il fenomeno dell’abbandono precoce. Tutti i paesi europei, eccetto Belgio (Comunità tedesca), Repubblica ceca, Croazia, Cipro, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito (Irlanda del Nord), raccolgono informazioni sugli abbandoni precoci, in aggiunta ai dati raccolti per l’Indagine europea sulle forze di lavoro (LFS), principalmente attraverso un’anagrafe o una banca dati degli studenti. Dieci paesi svolgono indagini quantitative e/o qualitative, che possono contribuire ulteriormente a una migliore comprensione delle ragioni che portano agli abbandoni precoci.

Figura 1:

Fonti utilizzate per la produzione di dati nazionali sugli abbandoni precoci

Per consentire le comparazioni dei dati tra scuole, enti locali e/o regioni e per essere accurati, è necessario che i dati siano disponibili in forma aggregata a diversi livelli (centrale, regionale, locale, di scuole) e aggiornati (raccolti e analizzati più di una volta all’anno). Dal rapporto emerge, tuttavia, che questo non accade dappertutto in Europa.

Solamente circa un terzo dei paesi europei ha adottato una strategia per contrastare il fenomeno dell’abbandono precoce

In tutta Europa, sei paesi/regioni – Belgio (Comunità fiamminga), Bulgaria, Spagna, Malta, Paesi Bassi e Austria – hanno, ad oggi, sviluppato una strategia globale per la lotta all’abbandono precoce. Altri due paesi, Ungheria e Romania, sono in procinto di adottarla. In molti altri paesi – Germania, Irlanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Norvegia – nonostante non ci sia una strategia globale come definita a livello europeo, ci sono altre strategie generali o piani di azione per garantire ai giovani e agli adulti l’opportunità di completare la propria istruzione e formazione e conseguire le qualifiche necessarie per accedere e partecipare con successo al mondo del lavoro. Tutti i paesi hanno, tuttavia, politiche e misure che, o sono state sviluppate specificamente per affrontare l’abbandono precoce, o sono parte di iniziative in corso più ampie, che contribuiscono a ridurre i tassi di abbandono precoce.

Figura 2:

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Per contrastare tale fenomeno, i paesi europei hanno, inoltre, stabilito rapporti tra i competenti livelli politici e di governo, nonché investito in partnership multi-agenzia, che possano facilitare un coordinamento efficace tra tutti i soggetti interessati a livello locale. Tuttavia, un organo di coordinamento che istituzionalizza la cooperazione tra le amministrazioni e tra i diversi livelli di governo, le scuole e gli altri soggetti interessati è stato finora istituito solo in Belgio (Comunità fiamminga), in Spagna, a Malta e nei Paesi Bassi.

L’orientamento scolastico e professionale è una delle misure chiave contro l’abbandono precoce in molti paesi europei

La maggioranza dei paesi europei considera l’orientamento scolastico e professionale come una delle misure chiave per contrastare il fenomeno dell’abbandono precoce. L’orientamento è quindi un aspetto importante nelle azioni di prevenzione, di intervento e di compensazione. La principale responsabilità per mettere in pratica l’orientamento scolastico e professionale viene affidata alle scuole. Il più delle volte, questo tipo di orientamento è rivolto a studenti della scuola secondaria. In circa un terzo dei paesi non è offerto a livello primario.

Le scuole dovrebbero adottare un approccio olistico all’orientamento. Quest’ultimo è tradizionalmente offerto da servizi di orientamento presso le scuole, che spesso si occupano di persone che hanno bisogno di sostegno o che possono essere già a rischio di abbandono scolastico. Inoltre, numerosi paesi includono l’orientamento nel curriculum obbligatorio, il che lo rende accessibile a tutti gli studenti. Orientamento in classe e offerta individuale sono in alcuni casi accompagnati da attività di orientamento extra-curricolari.

Figura 3:

Offerta di orientamento scolastico e professionale

Diversi profili di personale scolastico possono essere responsabili dell’offerta di orientamento: insegnanti specializzati nell’orientamento, consulenti di orientamento, psicologi e assistenti sociali. Tuttavia, gli insegnanti non specificamente formati per l’orientamento sono la categoria di personale più rappresentata che accompagna e sostiene gli studenti nello sviluppo delle loro aspirazioni scolastiche e/o professionali nonché offre loro appoggio e consulenza nei momenti di difficoltà scolastica. I partner esterni svolgono un ruolo importante nella formazione del personale della scuola e nel supporto all’organizzazione delle attività di orientamento.

I Paesi mettono in atto una serie di misure di contrasto all’abbandono precoce dei percorsi VET

Quando si tratta di politiche in materia di istruzione e formazione professionale (VET), l’analisi mostra un gran numero di diversi approcci e stili che i paesi hanno adottato per affrontare il fenomeno dell’abbandono precoce dei percorsi VET (ELVET). Una delle caratteristiche comuni è il sempre crescente riconoscimento della necessità di garantire percorsi individualizzati per gli studenti del VET. Un approccio all’apprendimento personalizzato e centrato sullo studente, per esempio attraverso l’orientamento, il mentoring, i piani di apprendimento individuali o la gestione dei casi, è sempre stata una caratteristica fondamentale delle misure di compensazione dell’ELVET. È sempre più anche una caratteristica dei programmi tradizionali dei percorsi VET e viene utilizzata anche come un modo per prevenire l’incidenza dell’ELVET. L’approccio basato sulle competenze è un’altra caratteristica promossa dalle politiche di contrasto all’ELVET. L’accento su ciò che i discenti possono fare come risultato della loro formazione piuttosto che sul numero di corsi/ore di apprendimento che hanno frequentato è particolarmente importante per le azioni di contrasto all’abbandono precoce nei percorsi VET.

L’istruzione e formazione professionale (VET) di per sé è considerata una misura nell’ambito delle iniziative di lotta all’ELET, anche perché molti giovani che abbandonano prematuramente l’istruzione sia generale che professionale scelgono i percorsi VET, se e quando rientrano nell’apprendimento. Pertanto i sistemi VET accolgono un gran numero di studenti che hanno abbandonato o deciso di cambiare i loro studi da un corso, ente erogatore o tipo di apprendimento ad un altro.

Scarica il rapporto in versione integrale in italiano: Lotta all’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione in Europa – Strategie, politiche e misure

: Tackling Early Leaving from Education and Training in Europe: Strategies, Policies and Measures


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