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7 Luglio 2014

Educazione e cura della prima infanzia: una varietà di situazioni in Europa

In un momento di sfide senza precedenti, è di centrale importanza assicurare a tutti i nostri bambini un solido inizio attraverso l’offerta di un’educazione della prima infanzia di qualità.

di Erika Bartolini

Sono sempre più noti gli ampi benefici dell’educazione e cura della prima infanzia (ECEC), che vanno da vantaggi economici per la società nel suo insieme a migliori risultati scolastici. I risultati delle indagini internazionali sulle competenze (PISA 2012 (OECD) e PIRLS 2011 (IEA)) documentano che i bambini e gli adolescenti riescono meglio nella lettura e nella matematica se hanno frequentato l’ECEC. Offrire un’ECEC di alta qualità può aiutare in futuro a ridurre la spesa pubblica per il welfare, per la salute e, addirittura, per la giustizia. Gettando solide fondamenta per l’apprendimento permanente, l’ECEC di alta qualità porta dei vantaggi personali ai bambini, particolarmente per quelli che provengono da situazioni di svantaggio. L’ECEC è la pietra angolare per costruire sistemi di istruzione migliori e più equi.

A supporto dei processi di decisione politica basati su dati, la rete Eurydice ha pubblicato lo studio Cifre chiave sull’educazione e la cura della prima infanzia in Europa – edizione 2014, in cooperazione con Eurostat. Il rapporto offre una panoramica su quello che costituisce un’educazione e cura della prima infanzia di alta qualità, attraverso indicatori comparabili a livello internazionale. Combina dati statistici e informazioni a livello di sistema per descrivere la struttura, l’organizzazione e i finanziamenti dell’educazione e cura della prima infanzia in Europa. Copre diversi argomenti specifici importanti per i decisori politici come l’accesso all’ECEC, la governance, l’assicurazione di qualità, l’accessibilità, la professionalizzazione del personale, la leadership e le misure di sostegno ai bambini svantaggiati.

Il rapporto copre i 32 paesi europei (37 sistemi educativi) che erano parte della rete Eurydice sotto il Programma LLP (2007-2013), eccettuati i Paesi Bassi.

È possibile che la carenza di posti nell’ECEC per bambini di età inferiore a tre anni permanga nella maggior parte dei paesi europei nonostante il calo demografico

Attualmente, 32 milioni di bambini in Europa sono nella fascia di età per utilizzare i servizi ECEC. Le proiezioni demografiche suggeriscono che per il 2030, ci saranno 2,5 milioni in meno di bambini nell’Unione europea rispetto al 2012. Nonostante questo calo, si ritiene che la domanda di posti per l’ECEC – specialmente per i bambini più piccoli – continuerà a essere superiore all’offerta. Infatti, la frequenza nell’ECEC fra i bambini di età inferiore a 3 anni è molto bassa. Al momento, l’offerta di posti nell’ECEC incontra la domanda in solo quattro paesi europei, Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia. Di contro, la partecipazione è alta nell’anno o nei due anni precedenti l’inizio dell’istruzione primaria.

La domanda supera l’offerta per i bambini di tutte le età in Croazia, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia e Turchia. Tuttavia, la domanda e l’offerta possono variare nei diversi paesi. Per esempio, in Bulgaria, Ungheria, Lettonia, Portogallo e Slovenia, la disponibilità di posti nell’ECEC è più alta nelle zone rurali che nelle grandi città.

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La partecipazione nell’ECEC dei bambini in condizioni di svantaggio ha tassi più bassi

Un bambino su quattro di età inferiore a 6 anni in Europa è a rischio di povertà o di esclusione sociale e può aver bisogno di misure specifiche a sostegno dei propri bisogni educativi. Tuttavia, i bambini svantaggiati hanno tassi di partecipazione nell’ECEC più bassi. Aumentare la partecipazione nell’ECEC dei bambini provenienti da situazioni di svantaggio è una delle principali priorità della politica europea sull’ECEC. Perciò, la maggior parte dei paesi offre alle famiglie un sostegno finanziario basato sui bisogni. Per quanto riguarda il personale, la maggior parte dei paesi europei integra i programmi di formazione iniziale con la formazione specifica sul lavoro con i bambini con bisogni aggiuntivi. Mentre in alcuni paesi, la formazione specifica è obbligatoria per tutto il personale ECEC (Belgio – comunità fiamminga, Danimarca, Spagna, Francia, Austria, Slovenia e Turchia), in altri, è obbligatoria solo per il personale che lavorerà con bambini più grandi (Romania, Slovacchia e Svizzera). Nella maggior parte dei paesi, il personale ECEC riceve sostegno da psicologi e terapisti del linguaggio; tuttavia, il sostegno di professionisti nell’insegnamento della lettura o della matematica è raro.

Il supporto linguistico è la forma più comune di sostegno centralizzato per i bambini svantaggiati.

Più piccoli sono i bambini e più bassa è la qualifica minima richiesta per il personale

I livelli di qualifica richiesti per il personale ECEC variano fra i paesi. Il livello minimo per il personale che lavora con bambini di età superiore a 3 anni è un titolo di primo livello. Fanno eccezione Francia, Italia, Portogallo e Islanda, nei quali la qualifica richiesta è un titolo di secondo livello. In generale, più piccolo è il bambino e più bassa è la qualifica minima richiesta per il personale. Per esempio, in più di due terzi dei paesi, al personale per l’educazione e la cura dei bambini di età inferiore a 3 anni non è richiesto il possesso di un titolo di primo livello.

In paesi che offrono servizi ECEC familiari regolamentati, in genere è richiesta una qualifica formale minima o una formazione specifica, che può costituire anche un requisito per l’accreditamento. La metà dei paesi con un’offerta di ECEC domiciliare regolamentata prevede dei corsi di formazione obbligatori per preparare i futuri educatori a lavorare in strutture domestiche, ma non richiede una qualifica formale.

La maggior parte dei paesi europei garantisce un posto nell’ECEC a ogni bambino ma pochi a partire dalla primissima infanzia

La maggior parte dei paesi europei garantisce un posto nell’ECEC, o riconoscendo legalmente un diritto (diritto a un posto) o rendendo la frequenza obbligatoria per almeno uno o due anni prima dell’inizio della scuola primaria. Tuttavia, ci sono differenze significative che riguardano l’età a partire dalla quale ai bambini è garantito un posto nell’ECEC. Solo la Danimarca, la Germania (da agosto 2013), Estonia, Malta (da aprile 2014), Slovenia, Finlandia, Svezia e Norvegia garantiscono un diritto all’ECEC a ogni bambino a partire dalla nascita, spesso immediatamente dopo il termine del congedo parentale. Circa un terzo dei paesi europei garantisce un posto a partire da 3 anni.
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L’ECEC è gratuita dall’età di tre anni nella metà dei paesi europei

La fruibilità è un fattore molto importante per assicurare che tutti i bambini abbiano accesso all’ECEC, specialmente per coloro che ne hanno più bisogno. Molti paesi europei, quindi, offrono almeno un anno di educazione pre-primaria gratuita, mentre in circa metà dei sistemi educativi europei, l’ECEC è offerta gratuitamente a partire dai tre anni. Tuttavia, è richiesto un contributo alle famiglie per l’intera fase di ECEC in Danimarca, Estonia, Croazia, Slovenia, Islanda, Turchia e Norvegia. Le tariffe più basse sono nei paesi dell’est e nei paesi nordici.

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Solo in Lettonia, Lituania e Romania l’ECEC finanziata con fondi pubblici è gratuita a partire dalla prima età possibile di accesso. La fruibilità, tuttavia, è altrettanto importante. In questi tre paesi, non esiste un diritto legalmente riconosciuto a un posto nell’ECEC per la gran parte della sua durata. Perciò non sussiste alcuna garanzia di un posto per ogni bambino e molti bambini non possono ancora accedere all’ECEC.

Molti paesi offrono ECEC familiare regolamentata in aggiunta a quella degli istituti

Tutti i paesi europei hanno un sistema formale organizzato presso istituti di educazione e cura della prima infanzia per bambini in età prescolare. Tuttavia, l’organizzazione di questi servizi varia in Europa. Due sono le strutture più comuni: un sistema unitario che tutti i bambini in età prescolare possono frequentare, o un sistema separato, in cui i servizi sono forniti in strutture separate per bambini più piccoli e più grandi. I sistemi unitari sono prevalenti nella maggior parte dei paesi nordici, dei paesi baltici, Croazia e Slovenia.

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Inoltre, la maggior parte dei paesi ha anche istituito un’offerta familiare regolamentata. Ciò significa che i servizi possono essere offerti presso il domicilio di un soggetto qualificato.

Solo la metà dei paesi europei prevede linee guida educative per l’ECEC per bambini di età inferiore a 3 anni

L’efficacia dei processi di insegnamento e apprendimento determina in larga parte la qualità dell’ECEC. Perciò, tutti i paesi europei emanano linee guida educative ufficiali per aiutare le strutture a migliorare la loro offerta. Tuttavia, tali linee guida in circa la metà dei paesi sono limitate alle strutture per bambini di età superiore a tre anni. Per i bambini più piccoli, l’importanza tende a essere data più sugli aspetti relativi alla cura. Linee guida dal livello centrale per bambini di età inferiore a 3 anni sono più comuni nei paesi con un sistema unitario, dove le autorità educative sono responsabili dell’intera fase dell’ECEC.

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Tag: Prima infanzia