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30 Novembre 2015

Le lingue nell’istruzione secondaria: una panoramica delle prove nazionali di valutazione delle competenze in Europa

Panoramica sulle prove nazionali di lingue straniere a scuola e sulle loro finalità

di Simona Baggiani

C’è una lunga tradizione di prove nazionali di lingue straniere a scuola? Qual è la finalità di queste prove? Quante lingue sono oggetto di valutazione e quali competenze sono testate più spesso? Queste domande chiave sono al centro del nuovo rapporto di Eurydice sulle lingue.

 

La diversità linguistica e culturale in Europa esige la promozione dell’apprendimento delle lingue a scuola e al di fuori della scuola. Questo aspetto è importante non solo perché permette di proteggere il patrimonio culturale dell’Europa, ma anche perché delle buone competenze linguistiche sono una necessità sociale ed economica per un’Europa che è chiamata a divenire una realtà viva e concreta per i suoi cittadini. A livello europeo, l’apprendimento delle lingue straniere a scuola è pertanto riconosciuto come estremamente importante e fortemente incoraggiato.

I risultati della prima indagine della Commissione europea sulle competenze nelle lingue, pubblicata nel 2012, presentano un’enorme varietà nella padronanza delle lingue nei diversi paesi europei e mettono in evidenza la necessità di compiere sforzi per promuovere e migliorare l’insegnamento e l’apprendimento delle lingue a scuola. È quindi essenziale che le autorità nazionali in Europa mantengano il loro impegno in tal senso. Inoltre, come sottolineato dal Consiglio dell’Unione europea nelle Conclusioni sul multilinguismo e lo sviluppo di competenze linguistiche del 2014, la valutazione delle competenze linguistiche è un fattore chiave per un insegnamento e un apprendimento efficace delle lingue a scuola. In questo contesto, la Commissione europea ha richiesto alla rete Eurydice di fornire una panoramica comparativa su scala europea delle prove nazionali per la valutazione delle competenze linguistiche degli studenti delle scuole secondarie.

Il rapporto Languages in Secondary Education: an Overview of National Tests in Europe 2014/2015 prende in esame i 28 Stati membri dell’UE, l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia, la Turchia, il Montenegro e la Serbia. L’anno di riferimento è il 2014/2015.

Qui di seguito una sintesi di alcuni dei principali risultati emersi dallo studio.

Negli ultimi 20 anni le prove nazionali di lingue straniere sono diventate sempre più importanti in Europa

Il rapporto Prove nazionali di valutazione degli alunni in Europa (Eurydice 2009) aveva messo in evidenza che le prove nazionali sono una forma di valutazione degli studenti che ha cominciato a svilupparsi e ad acquisire importanza a partire dagli anni 90. Questa accresciuta importanza si constata anche per le prove nazionali di lingue. In effetti, nella maggioranza dei paesi, queste prove sono state sviluppate piuttosto recentemente e molte sono state introdotte solo dal 2001. Tuttavia, in alcuni paesi, le prove nazionali di lingue hanno una storia più lunga, che risale al 19° secolo. A causa della complessità dello sviluppo delle prove di lingue, i paesi hanno spesso adattato le loro prove nazionali, normalmente includendo più lingue, ampliando la gamma delle competenze valutate, e/o aumentando il numero degli studenti testati. Il Lussemburgo, Malta e la Finlandia sono ad esempio paesi dove il numero delle lingue testate si è ampliato negli anni. Altrove, come in Bulgaria, le prove nazionali concepite originariamente per valutare una parte della popolazione studentesca sono state gradualmente estese ad altri gruppi.

La maggioranza delle prove nazionali ha lo scopo di fornire informazioni per decidere sulla progressione degli studenti

È importante sottolineare che il termine “prove nazionali” si riferisce agli esami/test standardizzati stabiliti dalle autorità pubbliche di livello centrale/superiore e organizzati sotto la loro responsabilità. Possono presentarsi sotto diverse forme che richiedono a tutti gli esaminandi di rispondere alle stesse domande o a domande selezionate da una banca dati comune; vi sono attribuiti dei voti in maniera standardizzata o coerente.
Di fatto, le prove possono essere raggruppate in due principali categorie. Le cosiddette prove “ad alta posta in gioco” sono pensate per valutare i risultati degli studenti alla fine di un anno scolastico o di un livello educativo; sono usate a sostegno delle decisioni formali sulla progressione degli studenti; quasi tutti i paesi somministrano questa categoria di prove. Le cosiddette prove “a bassa posta in gioco” sono utilizzate per valutare le performance del sistema educativo nel suo insieme, o delle scuole e/o degli studenti singoli per migliorare i metodi didattici; un po’ più della metà dei paesi esaminati somministra questo tipo di test.
In generale, la maggioranza dei paesi e delle regioni organizza prove nazionali sia a livello secondario inferiore che superiore. La maggioranza delle prove si svolgono al termine di un livello o alla fine dell’istruzione obbligatoria.

L’espressione orale è la competenza meno valutata, mentre la lettura è quella più comunemente valutata

Uno dei fondamentali obiettivi dell’apprendimento delle lingue straniere è l’acquisizione delle quattro principali competenze di comunicazione: comprensione, espressione orale, lettura ed espressione scritta. Tuttavia, non tutte le prove nazionali esaminano tutte queste competenze. Infatti, solo circa la metà delle prove nazionali di lingue copre tutte e quattro le competenze.
Le differenze più significative riguardano l’espressione orale. Questa risulta essere la competenza meno valutata attraverso le prove nazionali, mentre la lettura è la competenza più valutata. L’espressione scritta e la comprensione orale si collocano tra queste due e sono parimenti valutate. È probabile che la complessità della valutazione delle competenze nell’espressione orale, così come gli alti costi che implica, faccia sì che o semplicemente non venga testata o che le relative prove siano organizzate a livello di scuola e non a livello centrale. Per esempio, nove paesi (Bulgaria, Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Austria, Slovenia, Slovacchia, Regno Unito e Norvegia) hanno una o più prove nazionali dove la parte dedicata all’espressione orale è organizzata a livello locale.

La maggioranza dei paesi ha prove nazionali in più di cinque lingue, e quasi tutti i paesi hanno sviluppato prove nazionali in inglese

La maggioranza dei paesi/regioni istituiscono prove nazionali in più di cinque lingue, e alcuni paesi come l’Irlanda, la Francia, il Regno Unito (Inghilterra, Galles, e Irlanda del Nord) e la Norvegia hanno prove nazionali in un gran numero di lingue, rispettivamente 23, 47, 20 e 39. Tuttavia, in una decina di paesi, le prove nazionali valutano solamente una lingua che, nella maggioranza dei casi, è l’inglese.
L’inglese è di fatto la lingua più comunemente testata nell’istruzione secondaria inferiore e superiore, e quasi tutti i paesi/regioni hanno prove nazionali per l’inglese. Ciò riflette la particolare posizione che la lingua inglese ha nei curricoli a livello nazionale e di scuola ed è di gran lunga la lingua straniera più comunemente imparata. In alcuni casi, si tratta anche di una materia obbligatoria. Anche le competenze degli studenti nelle altre lingue straniere più comunemente insegnate, ossia francese, tedesco, spagnolo, italiano e russo, sono valutate attraverso prove nazionali. Inoltre, è interessante notare che, per ragioni politiche, storiche e/o geografiche, alcuni paesi hanno sviluppato prove in lingue meno frequentemente insegnate. Per esempio, la Polonia e la Norvegia hanno prove nazionali che valutano le lingue nazionali dei paesi limitrofi (rispettivamente l’ucraino e il finnico). Come è facile immaginare, ci sono più prove nazionali che valutano il russo nei paesi dell’Est Europa, mentre prove nazionali che valutano lo spagnolo e l’italiano sono più comuni nei paesi dell’Europa del Sud. Alcuni paesi hanno anche sviluppato prove per le lingue delle comunità di immigrati di recente o di più lungo insediamento. Questo è il caso dei Paesi Bassi che hanno prove per il turco e l’arabo, del Regno Unito che ha prove per valutare le lingue cantonese, bengalese e urdu, e della Norvegia che valuta il somalo e l’urdu.

I paesi hanno sviluppato diversi modi per garantire procedure per l’attribuzione di voti coerenti ed affidabili

Come per ogni prova, l’organizzazione delle prove nazionali nelle lingue deve tener conto del problema di garantire affidabilità. Ci sono diversi importanti fattori da considerare, come lo sviluppo di domande e compiti, e le condizioni per la somministrazione dei test. Le procedure di attribuzione dei voti sono un fattore chiave per garantire risultati delle prove coerenti e comparabili. A questo proposito, è particolarmente importante l’individuazione dei soggetti responsabili dell’attribuzione del voto.
Infatti, i voti alle prove nazionali possono essere attribuiti sia internamente che esternamente. L’attribuzione del voto è considerata “interna” quando è svolta da insegnanti che lavorano nella scuola dove vengono effettuate le prove, mentre è considerata “esterna” quando è fatta da insegnanti o da altro personale al di fuori della scuola in questione, o quando è effettuata attraverso strumenti di lettura ottica. In alcuni paesi, l’attribuzione di voti esterna implica la correzione elettronica di tutte le prove o di una parte di esse. In generale, è interessante notare che le prove che hanno un impatto sulla progressione degli studenti sono principalmente corrette esternamente, come lo sono le prove destinate a valutare il sistema educativo nel suo insieme. Invece, le prove destinate a migliorare l’insegnamento e l’apprendimento a livello scolastico sono generalmente corrette internamente.
La maggioranza dei paesi che hanno prove nazionali nelle lingue dispongono ora di sistemi che garantiscono l’affidabilità delle procedure di attribuzione dei voti.

Il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue ha fortemente influenzato lo sviluppo delle prove nazionali nelle lingue

Il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) è stato concepito con l’obiettivo di “fornire una base trasparente, coerente e il più possibile esaustiva per l’elaborazione dei curricoli di lingue e di linee guida curricolari, la creazione di materiali didattici e la valutazione delle competenze nelle lingue straniere”. Dalla sua creazione nel 2001 da parte del Consiglio d’Europa, il QCER ha fortemente influenzato lo sviluppo delle prove nazionali nelle lingue straniere. Infatti, nella maggioranza dei paesi tutte le prove nazionali sono correlate alla scala del QCER. Nell’istruzione secondaria di primo grado, A2 e B1 sono i livelli più alti testati nella maggioranza delle prove nazionali. A livello secondario di secondo grado, la maggioranza delle prove nazionali non va al di là del livello B2.

Lo studio completo Languages in Secondary Education: An Overview of National Tests in Europe – 2014/15 è disponibile in inglese.

Sul tema delle lingue straniere si veda anche: Cifre chiave dell’insegnamento delle lingue a scuola in Europa (Eurydice 2012)

Sul tema della valutazione attraverso prove standardizzate nazionali si veda anche: Prove_nazionali_di valutazione_degli alunni in Europa: obiettivi, organizzazione e uso dei risultati  (Eurydice 2009)


Tag: Competenze disciplinari, Valutazione