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16 Dicembre 2020

Tasse e supporto finanziario agli studenti dell’istruzione superiore: l’impegno dei paesi europei per agevolare l’accesso e il completamento degli studi

Una panoramica comparativa e singole schede per paese costituiscono il rapporto di Eurydice che ogni anno aggiorna le informazioni sulle tasse e sul supporto finanziario offerto agli studenti dell’istruzione superiore in tutta Europa. Nell’anno della pandemia da COVID-19, in cui è stato ancora più difficile accedere ai percorsi di istruzione e avere le giuste condizioni per studiare con successo, questo rapporto punta a cogliere alcune misure amministrative e finanziarie che i governi hanno adottato per sostenere gli studenti nel loro impegno.

di Alessandra Mochi

In quali paesi europei gli studenti ricevono sostegno finanziario nell’istruzione superiore? Chi fra loro può effettivamente ottenerlo? Quali sono i paesi in cui si fanno pagare le tasse universitarie? I sistemi di tassazione e di supporto finanziario sono strumenti delle politiche nazionali che possono sostenere o scoraggiare l’accesso degli studenti all’istruzione superiore e avere un impatto sul completamento dei loro studi?

Il rapporto della rete Eurydice National Student Fee and Support Systems in European Higher Education 2020/21, nel suo aggiornamento annuale, risponde a queste e ad altre domande attraverso una panoramica comparativa sulle principali caratteristiche dei sistemi nazionali di tassazione e di sostegno finanziario agli studenti nell’istruzione superiore in Europa nell’anno accademico 2020/21.

La disponibilità di risorse per finanziare gli studi è un fattore determinante per facilitare l’accesso all’istruzione superiore, in particolare per gli studenti che si trovano in condizioni di svantaggio, e trovare soluzioni sostenibili per erogare i finanziamenti è una delle attuali sfide dei governi. Tasse e sistemi di sostegno sono quindi strumenti importanti delle politiche nazionali perché, a seconda di come sono concepite e articolate, possono incoraggiare o scoraggiare a iscriversi ai percorsi di studio e a portarli a termine. Le tasse da pagare costituiscono un onere finanziario  più o meno significativo a seconda dell’ammontare previsto e delle condizioni socio-economiche degli studenti e delle loro famiglie e possono diventare un vero ostacolo che può essere in parte rimosso da misure di sostegno finanziario adeguate. Quest’anno, tale questione è diventata ancor più centrale a causa della pandemia da COVID-19 che ha generato circostanze eccezionalmente difficili per gli studenti i quali si sono trovati a dover affrontare problemi di liquidità, condizioni di studio complicate e, spesso, difficoltà di accesso agli strumenti.

Il presente rapporto rivela come i sistemi di tassazione e di sostegno, compresi sussidi e prestiti, interagiscono nell’istruzione superiore in Europa; inoltre, descrive la gamma di tasse poste a carico degli studenti, specificando quali categorie sono tenute a pagarle e quali invece ne sono esentate. Lo studio spiega, inoltre, quali tipologie di supporto finanziario sono disponibili e quali sono gli importi che vengono erogati. Infine, l’edizione di quest’anno elenca anche le misure amministrative e finanziarie che i governi hanno adottato per aiutare gli studenti ad avanzare nei loro studi nelle difficili condizioni create dalla pandemia.

Il rapporto è composto da due parti principali: una panoramica comparativa e una serie di schede informative nazionali. La prima si concentra principalmente sulle tasse e sul sostegno agli studenti a tempo pieno del primo ciclo dell’istruzione superiore, ma rileva anche le differenze tra i cicli di studio, fra gli studi a tempo pieno e quelli a tempo parziale e fra gli studenti residenti e gli studenti internazionali. Le schede per paese entrano, invece, nel dettaglio delle situazioni nazionali dei 27 Stati membri dell’UE, nonché del Regno Unito, dell’Albania, della Bosnia-Erzegovina, della Svizzera, dell’Islanda, del Liechtenstein, del Montenegro, della Macedonia settentrionale, della Norvegia, della Serbia e della Turchia.

Entrando nel merito del rapporto scopriamo che, per quanto riguarda le tasse, in circa un quarto dei paesi tutti gli studenti del primo ciclo sono tenuti a pagarle (Belgio – Comunità germanofona e fiamminga, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito – Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, Albania, Svizzera, Islanda e Liechtenstein). Non è previsto alcun pagamento delle tasse in sette paesi (Danimarca, Grecia, Cipro, Malta, Finlandia, Svezia e Turchia nel primo ciclo) mentre in più della metà dei paesi europei le pagano solo alcuni studenti.  Venendo agli importi, il rapporto rivela che in circa la metà dei paesi, gli studenti del primo ciclo pagano più di 100 euro all’anno, mentre in un quarto dei paesi europei, fra cui rientra l’Italia, le tasse superano in genere i 1.000 euro.

Importi di tasse annuali più comuni nell’istruzione superiore del primo ciclo, tra gli studenti a tempo pieno che progrediscono regolarmente negli studi, 2020/21

Le tasse possono variare a seconda del percorso di studi, se si tratta di programmi in lingua straniera o a seconda della tipologia degli istituti di istruzione superiore. Inoltre, possono variare in base alle condizioni socioeconomiche degli studenti e al loro rendimento.

Sono pochi i sistemi di istruzione superiore che adottano politiche che prevedono una differenziazione delle tasse basata sul bisogno degli studenti. Laddove questa differenziazione è presente,  di solito si realizza attraverso riduzioni degli importi da pagare o esenzioni, come in Belgio (Comunità francese e fiamminga), in Francia, in Spagna, in Irlanda e anche in Italia.  In alcuni sistemi di istruzione superiore, ad esempio, i risultati dell’istruzione secondaria incidono sull’importo delle tasse a carico degli studenti per l’istruzione superiore, come avviene in Lettonia, Lituania, Ungheria, Romania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia settentrionale e Serbia. Inoltre, in più della metà dei sistemi d’istruzione superiore la scarsità di crediti ECTS o il prolungamento della durata degli studi possono comportare tasse più elevate.

Tutti i paesi europei offrono supporto finanziario diretto, come sovvenzioni o prestiti pubblici agevolati, agli studenti del primo ciclo dell’istruzione superiore a tempo pieno; ciò, invece, avviene più difficilmente per gli studenti part-time, per quelli del ciclo breve e del secondo ciclo. L’ammontare delle borse di studio varia notevolmente da un paese all’altro: in quasi due terzi dei sistemi d’istruzione superiore, gli importi annuali sono generalmente superiori a 1.000 euro. Fra questi paesi rientra anche l’Italia dove, in media, l’importo delle borse va dai 3.001 ai 5.000 euro.

Importi annuali più comuni delle borse di studio universali o basate sul bisogno, studenti a tempo pieno del primo ciclo, 2020/21

I paesi oggetto dello studio si possono classificare nelle seguenti quattro tipologie, sulla base di come i rispettivi governi organizzano il sistema di tassazione per gli studenti del primo ciclo e di quanto è diffuso il supporto finanziario:

  1. Paesi in cui una bassa percentuale di studenti che pagano le tasse  si combina con un’alta percentuale di studenti che beneficiano di supporto finanziario, come in Danimarca, Malta, Finlandia, Svezia e Norvegia.
  2. Paesi in cui una bassa percentuale di studenti che pagano le tasse si combina con una bassa percentuale di studenti che beneficiano di supporto finanziario, come avviene in Cechia, Grecia, Germania, Estonia, Croazia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Austria, Polonia, Romania, Slovacchia, Regno Unito (Scozia), Montenegro e Turchia.
  3. Paesi in cui un’alta percentuale di studenti che pagano le tasse si combina con una bassa percentuale di studenti che beneficiano di supporto finanziario, come nelle tre Comunità del Belgio, in Bulgaria, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera, Macedonia del Nord e Regno Unito (Inghilterra), Albania, Bosnia-Erzegovina, Islanda, Serbia.
  4. Paesi in cui un’alta percentuale di studenti che pagano le tasse si combina con un’alta percentuale di studenti che beneficiano di supporto finanziario, come avviene in Lussemburgo e nel Regno Unito (Galles e Irlanda del Nord).

La pandemia COVID-19 ha reso più difficile per gli studenti accedere all’istruzione superiore e avere le giuste condizioni per portare avanti gli studi con successo; per contrastare questa situazione, i governi dei paesi europei hanno adottato, nel corso del 2020, varie misure amministrative e finanziarie mirate ad aiutarli, come una maggiore flessibilità nelle regolamentazioni sul pagamento delle tasse. Un esempio di questa maggiore flessibilità è l’esenzione dal pagamento delle tasse messo in atto da alcuni paesi in risposta alle difficoltà economiche degli studenti. Fra questi paesi figura l’Italia, dove gli studenti con un reddito familiare annuo inferiore a 13.000 euro (ISEE) sono di solito esentati dal pagamento delle tasse. Nel maggio 2020, il limite del reddito familiare definito nell’ISEE che permette l’esenzione dal pagamento delle tasse è stato portato a 20.000 euro, con l’obiettivo di concedere l’esenzione a un maggior numero di studenti in situazioni di precarietà. Analogamente, in Spagna, gli studenti che, tra giugno e dicembre 2020, hanno ricevuto il beneficio del “reddito minimo vitale” sono esentati dal pagamento delle tasse per l’anno accademico 2020/21.

Maggiore flessibilità è stata introdotta anche nei criteri di ammissibilità per le borse di studio: laddove l’assegnazione della borsa è legata al progresso negli studi, come ottenere un certo numero di ECTS o completare gli studi in un determinato numero di anni, la pandemia COVID-19 ha comportato una certa flessibilità nell’applicazione delle regole generali. Ad esempio, in Germania, Spagna, Austria e Svezia, gli studenti possono continuare a percepire il sostegno anche se non riescono a ottenere il numero normalmente richiesto di ECTS a causa della chiusura degli istituti, della riduzione dell’insegnamento o dell’apprendimento a distanza.

In risposta alla pandemia sono stati ampliati anche i criteri socioeconomici che permettono agli studenti di accedere alle borse di studio, ad esempio attraverso l’aumento dei limiti di reddito, come è avvenuto in Svezia. Ciò significa che tutti gli studenti possono ricevere l’importo massimo della borsa di studio nel corso di quest’anno. Anche in Italia il limite di reddito è stato aumentato per il 2020 e per l’anno accademico 2020/21: nel nostro paese, dal 2016 gli studenti con un ISEE  inferiore a 13.000 euro sono idonei alle borse di studio. Nel 2020 e nell’anno accademico 2020/21, il limite del reddito è stato aumentato e sono idonei alle borse di studio gli studenti con un ISEE inferiore a 20.000 euro.

Sempre in risposta alla pandemia, sono stati aumentati i fondi per il sostegno agli studenti, attraverso importi più consistenti per alcune borse di studio o introducendo borse di studio specifiche per chi è più bisognoso. Grazie alle misure di sostegno per l’emergenza, in alcuni Paesi gli importi delle borse che gli studenti avranno ricevuto nel secondo semestre dell’anno accademico 2019/20 e nel 2020/21 saranno probabilmente più alti. Ad esempio, in Danimarca, è stato emesso un pagamento supplementare una tantum di 1.000 corone danesi per tutti gli studenti che hanno ricevuto una borsa di studio pubblica nell’aprile 2020. In Estonia, gli studenti i cui studi sono stati riprogrammati per luglio e agosto, mesi che di solito non sono coperti dalle borse di studio, potrebbero richiedere anche per questi mesi l’erogazione degli importi corrispondenti. E ciò è avvenuto anche in Francia, dove le borse di studio sono arrivate agli studenti anche nel mese di luglio. In Italia, come in Scozia, le autorità di livello centrale hanno messo a disposizione degli istituti di istruzione superiore fondi aggiuntivi per aiutare gli studenti con difficoltà economiche a causa della pandemia negli anni accademici 2019/20 e 2020/21.

Diversi paesi hanno adottato anche misure di emergenza per aiutare gli studenti a ottenere più facilmente i prestiti, o per facilitare il rimborso di questi ultimi, negli anni accademici 2019/20 e 2020/21. Ad esempio Danimarca e Ungheria hanno aumentato l’importo dei prestiti, mentre Finlandia e Islanda hanno previsto maggiore flessibilità per i requisiti relativi alla progressione negli studi, mentre misure per rendere più flessibili le condizioni di rimborso sono state attivate in Lituania, Polonia e Svezia.

Negli ultimi anni sono state messe in atto in molti paesi riforme sulle tasse a carico degli studenti dell’istruzione superiore e sui sistemi di sostegno finanziario in loro favore. Ad esempio, la Spagna, il Portogallo, i Paesi Bassi, l’Islanda e il Montenegro hanno introdotto nuove politiche mirate a ridurre le barriere che ostacolano l’accesso all’istruzione superiore dal punto di vista finanziario. I Paesi Bassi hanno dimezzato l’importo da pagare già dal 2017-18 per gli studenti del primo anno, mentre la Francia, che fino al 2019/20 faceva pagare lo stesso importo ai francesi e agli studenti internazionali, adesso fa pagare tasse più alte a questi ultimi.

In Spagna, Portogallo e Islanda sono state adottate anche nuove politiche sul sostengo finanziario agli studenti: l’Islanda dal 2020 prevede che, alla fine del periodo del prestito, il 30% di quest’ultimo possa essere in parte convertito in una borsa di studio non rimborsabile per coloro che procedono con regolarità negli studi.

La Spagna ha rivisto la sua politica sul sostegno finanziario basato sui bisogni e prevede di aumentare la quota di beneficiari. Fra le varie misure, l’importo annuale di alcune borse di studio è stato aumentato ed è stata aumentata anche la soglia massima di reddito familiare per poterne usufruire; infine, è stata aggiunta una nuova componente alle borse di studio per gli studenti con specifiche esigenze di sostegno educativo, con l’obiettivo di includere gli studenti con il disturbo dello spettro autistico.

Anche in Portogallo, negli ultimi anni, le politiche relative alle tasse e al sostegno agli studenti hanno subito dei cambiamenti. L’obiettivo è quello di offrire borse di studio basate sul bisogno di importi che superino quelli delle tasse annuali a carico degli studenti del primo ciclo. Ciò ha comportato che, nell’anno accademico 2020/21,  l’importo annuale minimo delle borse di studio è pari al 125 % dell’importo massimo annuale delle tasse previste per il primo ciclo nelle università pubbliche. Quindi, il massimo che gli studenti si troveranno a pagare per le tasse universitarie sarà 697 euro, a fronte di borse di studio che partiranno da una base di 872 euro.


Tag: Istruzione superiore