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19 Ottobre 2020

L’equità nell’istruzione scolastica in Europa: strutture, politiche e risultati degli studenti

L'istruzione svolge un ruolo chiave nell’integrazione dei giovani nella società e nel mercato del lavoro, è pertanto un mezzo fondamentale attraverso il quale le società europee possono diventare più eque e più inclusive. I sistemi educativi devono pertanto garantire equità e fare in modo che tutti i giovani siano in grado di sviluppare i propri talenti e realizzare il loro pieno potenziale. Tuttavia, il contesto socio-economico continua a essere un fattore determinante per il rendimento scolastico degli studenti e l’organizzazione dei sistemi educativi può ancora influire sulle disuguaglianze educative.

di Simona Baggiani

L’ultimo rapporto di Eurydice, Equity in School Education in Europe: Structures, Policies and Student Performance, indaga questo tema e identifica le strutture e le politiche associate a una maggiore equità del sistema in relazione soprattutto ai risultati degli studenti, utilizzando anche dati tratti da indagini internazionali sulla valutazione degli studenti, come PISA, PIRLS e TIMSS. Il rapporto prende in esame 42 sistemi educativi europei ed esamina in particolare le seguenti caratteristiche sistemiche: partecipazione all’educazione e cura della prima infanzia, finanziamento scolastico, differenziazione e tipi di scuola, scelta della scuola, politiche di ammissione, sistemi di percorsi scolastici differenziati, ripetenza, autonomia scolastica, accountability, sostegno alle scuole svantaggiate, sostegno per studenti con scarso rendimento e opportunità di studio.

Grafico degli aspetti che potenzialmente influenzano l’equità nell’istruzione scolastica

Qui di seguito alcuni dei principali risultati emersi dallo studio:

Il finanziamento pubblico è un fattore importante per l’equità, specialmente nella scuola primaria
L’analisi di Eurydice ha rivelato che una spesa pubblica per studente più elevata può ridurre le differenze di rendimento tra studenti delle scuole primarie con risultati scarsi e buoni. Allo stesso tempo vi sono differenze significative in tutta Europa nel livello di finanziamento pubblico per studente, che vanno da 1940 (Romania) a 13.430 (Lussemburgo) standard di potere d’acquisto (SPA)e riflettono in parte le differenze di dimensione dell’economia dei rispettivi paesi. Numerosi paesi, ossia Repubblica ceca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Regno Unito, spendono tra i 4000 e gli 8000 SPA per studente. Il dato italiano è più precisamente di 5852 SPA, molto vicino alla spesa media europea di 5962 SPA. Allo stesso modo, la quota della spesa privata per l’istruzione scolastica varia tra meno dell’1% (Romania, Finlandia e Norvegia) e il 19% (Turchia) della spesa pubblica. L’Italia si attesta al 5%, anche questa volta in linea con il valore medio di 5,25%.

Permangono ancora ostacoli alla partecipazione all’educazione e cura della prima infanzia di qualità
È ormai assodato che i bambini che partecipano all’educazione e cura della prima infanzia (ECEC) ne beneficiano in termini di sviluppo complessivo e di rendimento scolastico. Ciò è particolarmente valido per i bambini che provengono da contesti svantaggiati. Tuttavia, nella maggior parte dei paesi europei, fatte poche eccezioni, i bambini provenienti da famiglie svantaggiate partecipano mediamente meno all’ECEC. Le politiche per migliorare l’equità in questo segmento educativo includono l’estensione dell’accesso e il miglioramento della qualità dell’offerta, ad esempio, impiegando personale sempre più qualificato. A questo proposito, in Italia, a partire dal 2020/21, le strutture educative per l’infanzia potranno attivare procedure finalizzate a reclutare personale con la qualifica universitaria, comprendente specifici crediti formativi universitari su bambini da 0 a 3 anni. Ormai da quasi vent’anni, invece, gli insegnanti della scuola dell’infanzia italiana si formano a livello universitario e devono conseguire una laurea quinquennale per poter insegnare ai bambini dai 3 ai 6 anni. Altre misure a livello europeo per garantire maggiore equità sono rivolte ad aspetti problematici specifici come i costi, gli ostacoli culturali e linguistici e la mancanza di informazione accessibile a tutti. Per ulteriori informazioni su questi aspetti, si veda anche il recente quaderno di Eurydice, Cifre chiave sull’educazione e cura della prima infanzia in Europa

Regole differenti nella scelta della scuola all’interno di uno stesso sistema educativo riducono l’equità
Una maggiore libertà per le famiglie di scegliere una scuola, in combinazione con diverse regole di scelta della scuola per diversi tipi di scuola, può aumentare la disuguaglianza. Se gli studenti sono assegnati a una scuola pubblica in base alla loro residenza, ma i genitori sono comunque liberi di scegliere tra particolari tipi di scuola (pubblica o privata), ciò può aumentare la “segregazione scolastica” e l’importanza del background dei genitori per quanto riguarda i risultati degli alunni. Solo undici sistemi educativi hanno le stesse politiche nella scelta della scuola e nelle ammissioni indipendentemente dal tipo di scuola, tra questi anche l’Italia (BEfr, IT, LU; PT, RO, FI, SE, UK-SCT, IS, NO, RS).

L’utilizzo di criteri di ammissione basati sui risultati scolastici nell’istruzione secondaria inferiore ha conseguenze negative sull’equità.
I criteri di ammissione basati sui risultati scolastici sono più comuni nell’istruzione secondaria quando gli studenti devono scegliere tra diversi percorsi o indirizzi. Un terzo dei sistemi educativi fa iniziare questo tipo di selezione già a partire dall’istruzione secondaria inferiore. L’uso di criteri di ammissione basati sui risultati scolastici a questo livello è fortemente correlato sia alla segregazione scolastica che all’influenza del background socio-economico sul rendimento degli studenti.

La scelta precoce del percorso scolastico (Early tracking) ha un impatto fortemente negativo sull’equità del sistema
La pratica del “tracking” – cioè quella di assegnare gli studenti a indirizzi di studio differenziati – è un aspetto che influenza in maniera significativa l’equità. In particolare, la scelta precoce dell’indirizzo scolastico tende ad andare di pari passo con un maggiore rischio di segregazione scolastica e un maggior ruolo del background familiare sul rendimento degli studenti. Solo nove paesi (quasi tutti i paesi nordici e il Regno Unito) rimandano la scelta formale dei percorsi differenziati fino ai 16 anni; l’Italia lo fa a 14 anni, molti altri paesi a 15 (Francia, Spagna, Portogallo, Polonia, Grecia, ecc.), mentre 5 sistemi educativi iniziano ad indirizzare gli studenti ai diversi percorsi di studio addirittura già all’età di 10 – 11 anni (Germania, Ungheria, Austria, Repubblica ceca, Repubblica slovacca).

La ripetenza di anni scolastici si traduce in un livello più basso di equità nelle scuole secondarie, eppure continua a rimanere una pratica diffusa
La ripetenza di anni scolastici ha un impatto negativo sull’equità scolastica (in particolare a livello secondario), nonostante rimanga una pratica piuttosto diffusa in Europa. In media, il 4% degli studenti europei (dal livello primario al secondario superiore) ripete un anno scolastico almeno una volta, ma in alcuni sistemi educativi il tasso di ripetenza di anni scolastici può addirittura superare il 25% (26,6% in Portogallo, 28,7% in Spagna, 32,2% in Lussemburgo). L’Italia si colloca all’incirca a metà strada, con un tasso di ripetenza del 13,2%. Per aiutare gli studenti a evitare la bocciatura, la maggior parte dei sistemi educativi mette in campo dei meccanismi per dare agli studenti una seconda possibilità. Spesso può essere un esame prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Inoltre, in circa un quarto dei sistemi educativi, gli studenti possono passare all’anno successivo a condizione che vengano soddisfatte determinate condizioni nell’anno scolastico seguente.

Avere insegnanti specializzati nel sostegno ad alunni con scarsi risultati scolastici è associato a una minore segregazione scolastica nelle scuole secondarie
Nell’istruzione primaria, gli insegnanti specializzati in studenti con scarsi risultati sono disponibili in tutte le scuole in soli dodici sistemi educativi. Nella scuola secondaria inferiore si riducono a dieci e nella scuola secondaria superiore a sette.

Per consultare e scaricare il rapporto in formato pdf: Equity in School Education in Europe: Structures, Policies and Student Performance


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