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16 Aprile 2024

La sostenibilità a scuola in Europa: sviluppare competenze e sostenere insegnanti e scuole. E in Italia a che punto siamo?

Esce oggi il rapporto 'Learning for sustainability in Europe: building competencies and supporting teachers and schools' realizzato dalla European Commission / EACEA / Eurydice che offre un'analisi dettagliata dell'integrazione della sostenibilità nei sistemi educativi di 37 paesi europei, esaminando come i curricoli, la formazione degli insegnanti e il supporto alle scuole contribuiscano a promuovere competenze per la sostenibilità tra gli studenti.

di Maria Chiara Pettenati

Introduzione

L’educazione alla sostenibilità è diventata un imperativo globale per preparare le giovani generazioni a fronteggiare e a gestire le sfide del futuro legate alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. In questo contesto, il rapporto Learning for Sustainability in Europe: Building Competencies and Supporting Teachers and Schools si propone di esplorare in modo approfondito le attuali dinamiche e i progressi compiuti dai paesi europei nella promozione di un’educazione orientata alla sostenibilità, rispondendo così alla Raccomandazione sull’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile adottata dal Consiglio Europeo. La sua stesura segue la logica di un’evoluzione nel pensiero e nell’approccio educativo che si è manifestata nei sistemi scolastici analizzati, considerando le competenze di sostenibilità come essenziali per preparare gli studenti ad affrontare le sfide future.

Attraverso l’analisi di politiche, curricoli, metodi di supporto ai docenti e alle scuole, il rapporto invita ciascun paese ad identificare aree di potenziale miglioramento. In particolare, l’analisi sul caso italiano offre uno spaccato significativo del progresso e delle sfide ancora aperte, riflettendo su come l’Italia si inserisca nel contesto europeo rispetto a questi importanti temi.

Questo studio si presta ad un collegamento concettuale con il lavoro realizzato nel 2022 con il “Quaderno ASviS sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile e alla Cittadinanza Globale: Target 4.7” pubblicato nel 2022. Mentre il “Quaderno ASviS” offriva un’ampia disamina dei principi e delle pratiche riguardanti l’educazione alla sostenibilità a livello globale e nazionale, insieme ad un’analisi dettagliata del progresso dell’Italia sul raggiungimento del Target 4.7 utilizzando gli indicatori specifici per questo target,  questo nuovo rapporto si focalizza in particolare sui sistemi educativi europei, analizzando come questi stiano implementando le competenze per la sostenibilità post-2022 e si posiziona come uno strumento di orientamento pratico per gli attori educativi, i decisori politici e i ricercatori interessati a capire e influenzare la direzione futura dell’educazione europea verso una maggiore sostenibilità.

Con queste premesse, ci auguriamo che il rapporto funga da catalizzatore per ulteriori azioni concrete, stimolando un impegno rinnovato e una riflessione critica su come l’educazione possa efficacemente contribuire alla costruzione di un futuro sostenibile.

 

Il rapporto Eurydice

Questo rapporto si configura come un importante strumento per i paesi europei in supporto alle attività di accompagnamento all’implementazione della Raccomandazione sull’apprendimento per la transizione verde e lo sviluppo sostenibile adottata dal Consiglio Europeo in giugno del 2022 ed analizza gli elementi costitutivi dell’apprendimento per la sostenibilità nelle scuole europee.

Lo studio è basato su dati qualitativi relativi a politiche e misure di supporto, raccolti in riferimento all’a.s. 2022/23 dalla rete Eurydice in 39 sistemi educativi relativi a 37 paesi per i livelli ISCED 1, 24 e 34.

Il tema dell’apprendimento per la sostenibilità è declinato nello studio secondo tre aree, che corrispondono alle tre parti in cui è organizzato il rapporto:

  • I curricoli e le competenze: le competenze di sostenibilità attualmente incluse nei curricoli scolastici dei paesi europei
  • Il supporto agli insegnanti: in termini di formazione nei vari stadi di sviluppo della carriera docente delle competenze di sostenibilità e nella formazione dei dirigenti scolastici
  • Il supporto per le scuole: gli approcci alla sostenibilità a livello di scuola in termini di diffusione, supporto e monitoraggio.

Da un punto di vista concettuale, lo studio assume come quadro di riferimento due paradigmi:

  • Il GreenComp, il framework di competenze per la sostenibilità rilasciato nel 2022, e in particolare guarda alla presenza o all’assenza (nei curricoli e nella formazione insegnanti) di sette tra le dodici competenze descritte nel framework: valorizzare la sostenibilità, promuovere la natura, il pensiero sistemico, l’alfabetizzazione al futuro, l’adattabilità, l’azione politica e l’azione individuale e collettiva;
  • l’approccio Whole-school, un framework metodologico che porta il tema della sostenibilità nelle classi attraverso una serie di azioni di sistema, realizzate all’interno della scuola e tra la scuola e la comunità esterna.

 

La sostenibilità nei curricoli scolastici

I principali risultati dello studio rivelano che il tema della sostenibilità è incluso, in una forma o nell’altra, nei curricula di tutti i sistemi educativi europei, incluso quello italiano. Temi e competenze legati alla sostenibilità sono inclusi nelle materie esistenti in tutti i Paesi, più frequentemente nelle scienze naturali, nella geografia, nell’educazione alla cittadinanza, nell’economia e scienze sociali, nella storia e nella tecnologia.

 

A questo riguardo l’Italia si posiziona, insieme a diversi paesi tra cui anche Francia e Spagna, Norvegia, Svezia, Finlandia e altri, tra le nazioni che includono i temi della sostenibilità a livello cross-curricolare, sia in termini di obiettivi e valori generali, sia in relazione alle indicazioni specifiche fornite sulle loro modalità di inclusione, dal momento che i nostri quadri normativi primari (legge 107/2015 art. 1 par. 7 lettera e), le Indicazioni Nazionali 2012 e le Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari 2018 li menzionano esplicitamente. Tuttavia, pur avendo negli ordinamenti l’insegnamento di Educazione Civica (Legge 92/2019) che comprende la sostenibilità come uno dei tre nuclei fondanti, l’Italia non rientra tra i paesi europei (un quarto circa tra quelli partecipanti allo studio) che insegnano la sostenibilità come materia separata. Invero, anche per i paesi dove questo accade, l’insegnamento è perlopiù a carattere opzionale ed è obbligatorio solo nel caso di Cipro per il livello ISCED 1.

Dallo studio emerge pertanto che la sostenibilità è prevalentemente un tema cross-curricolare, incluso e “diffuso” in altri insegnamenti, eventualmente affrontato attraverso iniziative di project-based learning (anche se questo non è il caso dell’Italia).

 

Le competenze per la sostenibilità nei curricoli

Per analizzare come la sostenibilità è inclusa nei curricoli dei diversi paesi, Eurydice prende in esame come e in che misura differenti competenze legate alla sostenibilità sono incluse nei curricoli nazionali e nei documenti di indirizzo. Le competenze osservate sono sette tra le dodici descritte nel framework GreenComp, in particolare: valorizzare la sostenibilità, promuovere la natura, il pensiero sistemico, l’alfabetizzazione al futuro, l’adattabilità, l’azione politica e l’azione individuale e collettiva. Più specificamente lo studio analizza in dettaglio se ciascuna competenza considerata (a) è trattata come competenza cross-curricolare, (b) è inclusa nelle materie scientifiche, (c) è inclusa nelle materie di educazione alla cittadinanza, (d) è inclusa in una materia separata sulla sostenibilità e/o (e) è inclusa in altre materie.

Quasi tutte le sette competenze di sostenibilità esaminate sono relativamente ben rappresentate nei curricula europei, essendo incluse nei programmi di studio. Fa eccezione l'”alfabetizzazione al futuro” perché 16 sistemi educativi, tra cui il nostro, non fanno riferimento a questa competenza. L’Italia, tuttavia esprime anche una presenza curricolare di tipo generale anche per altre GreenComp, tra cui il pensiero sistemico, l’azione politica e l’azione individuale e collettiva.

 

Le differenze di presenza curricolare di queste competenze tra i livelli di istruzione sono significative solo per le competenze “azione politica” e “azione individuale e collettiva”, che sono più frequentemente presenti a livello secondario. Questo accade anche nel nostro paese dove tali competenze sono menzionate nelle integrazioni al Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo (Allegato C, Linee Guida per l’Educazione Civica, DM 35/22).

Questo risultato mostra che, tra le quattro aree di competenza definite dal quadro GreenComp, “incarnare i valori della sostenibilità” e “abbracciare la complessità nella sostenibilità” fanno parte più frequentemente dei curricoli europei che le altre due “visione di futuri sostenibili” e “agire per la sostenibilità”.

 

La sostenibilità nella formazione degli insegnanti

A livello di formazione degli insegnanti, l’educazione alla sostenibilità è inclusa nei programmi di formazione iniziale di molti paesi a vali livelli ma solo in minima parte in Italia e solo per il livello ISCED 1 mentre è inclusa nei regolamenti o nei programmi per lo sviluppo professionale continuo (CPD), ancorché di natura volontaria, di insegnanti e dirigenti scolastici in tutti i sistemi educativi, inclusa l’Italia, tranne sette. Su questo aspetto per l’Italia il rapporto menziona l’accordo tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e ASviS, approvato proprio nel 2023, che fornisce un forte impulso a questa azione dal momento che identifica lo sviluppo e l’attuazione della formazione sulla sostenibilità per gli studenti ITE e per gli insegnanti in servizio, comprese le pedagogie innovative e gli approcci interdisciplinari, come obiettivi prioritari dell’accordo.

Solo una dozzina di sistemi prevede una formazione specifica sulla leadership della sostenibilità, e tra questi non è inclusa l’Italia. Circa tre quarti dei sistemi educativi forniscono materiali didattici, risorse o linee guida su come integrare la sostenibilità nell’insegnamento e, tra questi, figura anche l’Italia. La maggior parte di questi sistemi dispone anche di reti o comunità di pratica dedicate in cui insegnanti e dirigenti scolastici possono scambiare informazioni, condividere le migliori pratiche e costruire partenariati. In più della metà dei sistemi educativi esaminati, gli insegnanti hanno accesso a unità di competenza o centri di educazione alla sostenibilità (non è il caso dell’Italia), ma solo in una dozzina di sistemi gli insegnanti possono ricevere il supporto da coordinatori della sostenibilità, delegati o mentori. Anche questa è un’attività non supportata nel nostro paese.

 

Approccio whole-school alla sostenibilità

La maggior parte dei sistemi scolastici in Europa fornisce guide e implementa risorse per promuovere pratiche sostenibili coinvolgendo tutta l’istituzione educativa. L’Italia figura in questo gruppo in ragione del Piano Rigenerazione Scuola, varato nel 2021 e attuato solo parzialmente, tanto che l’Italia non figura tra le autorità educative che forniscono specifiche guide o supporto alle scuole, come supporto per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione delle strategie di sostenibilità a livello scolastico, incorporare la sostenibilità nei processi e nelle misure esistenti (es. Piani di Miglioramento), per lo sviluppo di una leadership scolastica efficace nell’ambito della sostenibilità.

Quasi la metà dei sistemi educativi ha certificati/premi nazionali di sostenibilità per le scuole, tra questi figura anche l’Italia in ragione del Concorso annuale Facciamo 17 Goal, compreso nell’ambito del citato accordo Ministero dell’Istruzione-ASviS, indetto già per quattro anni consecutivi e ora alla sua quinta edizione. Il concorso è rivolto alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie, e ai Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (Cpia) con l’obiettivo di favorire la conoscenza, la diffusione e l’adozione degli stili di vita previsti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. I vincitori del concorso e i loro progetti ottengono un ampio riconoscimento attraverso i canali del Ministero e di AsviS.

Infine, attraverso specifici bandi, l’Italia fa parte di quei sistemi educativi che, relativamente all’anno scolastico in esame, supportava finanziariamente le scuole nel realizzare iniziative nell’area sostenibilità e transizione ecologica anche in partenariato col terzo settore. L’Italia figura, tuttavia, tra quei paesi che poco coinvolgono stakeholder esterni alla scuola nei progetti legati alla sostenibilità (genitori, pubbliche amministrazioni, cittadinanza in genere, ecc.).

Infine, meno di un terzo dei sistemi educativi, tra cui l’Italia, monitora il modo in cui le scuole integrano la sostenibilità nelle loro attività di valutazione esterna o di autovalutazione.

 

Conclusione in breve

Il rapporto Learning for Sustainability in Europe: Building Competencies and Supporting Teachers and Schools presenta una panoramica sulla situazione dell’educazione alla sostenibilità nei sistemi scolastici europei mettendo in luce le politiche e le pratiche per l’a.s. 2022/23.

Punti emergenti dallo studio:

  • Integrazione Curricolare: in tutta Europa, la sostenibilità è prevalentemente integrata in maniera trasversale nei curricoli esistenti, con l’Italia che segue questo modello inserendo tematiche di sostenibilità principalmente nelle materie scientifiche e di educazione civica, senza tuttavia dedicare una materia specifica a questo tema.
  • Formazione degli Insegnanti: la formazione sull’educazione alla sostenibilità è parte integrante del percorso formativo degli insegnanti in molti paesi europei. L’Italia, sebbene includa elementi di questa formazione nei programmi iniziali per il livello ISCED 1 e nei programmi di sviluppo professionale continuo, ha ancora molto margine per potenziare l’offerta formativa specifica sia in ambito didattico, didattico-disciplinare, sulla leadership e sulle competenze di sostenibilità.
  • Approccio Whole-School: sebbene il Piano Rigenerazione Scuola attesti l’Italia come “presente” in questo ambito, lo scarso impulso dedicato a questo piano evidenzia – a maggior ragione ad un anno di distanza – il bisogno di un maggiore supporto strutturato per le scuole nella progettazione, nel monitoraggio e nella valutazione delle pratiche di sostenibilità, facendo uso di tutti i dispositivi normativi di cui la scuola può dotarsi per aprirsi al territorio.
  • Valutazione e Monitoraggio: Il monitoraggio e la valutazione/autovalutazione dell’integrazione della sostenibilità nelle scuole rappresentano un aspetto ancora poco sviluppato in Italia, come in altri paesi, suggerendo la necessità di strumenti più efficaci per misurare l’efficacia delle politiche e delle pratiche adottate.

 

 Cos’è cambiato nel frattempo

I modelli unici di certificazione delle competenze

 

Essendo riferiti all’a.s. 2022/23, i documenti di indirizzo e gli atti ministeriali presi in esame per fornire il contributo italiano allo studio Eurydice non potevano includere l’importante atto emanato con Decreto Ministeriale 14  del 30 gennaio 2024. Partendo dalla necessità di raccordare tra loro i vari modelli di certificazione delle competenze rilasciati dal sistema educativo di istruzione e formazione nazionale, con questo decreto, sono stati adottati, a livello nazionale, i modelli di certificazione delle competenze delle istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo e del secondo ciclo di istruzione e dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Per garantire tale raccordo, inoltre, tutti i modelli fanno riferimento alla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente. È proprio in questi modelli che trovano esplicito riferimento le competenze relative alla sostenibilità e all’Agenda 2030, con particolare riguardo a due delle otto competenze chiave:

  • La competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria
  • La competenza di cittadinanza

Se questa esplicitazione concorrerà certamente ad una maggiore focalizzazione da parte degli insegnanti sulla raccolta e la valorizzazione delle evidenze che consentiranno loro di certificare le competenze dei loro alunni, dall’altra parte mette in luce la necessità che gli insegnanti siano formati e accompagnati in questo percorso.

Il protocollo di intesa Ministero dell’Istruzione e del Merito e ASviS

Come menzionato nel report Eurydice, in luglio 2023 è stato approvato l’accordo Ministero dell’Istruzione – ASviS (Allenza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), i cui obiettivi sono oggi in essere e/o in corso di sviluppo e che possono contribuire a superare i limiti identificati nel rapporto sulla sostenibilità nell’ambito educativo in Italia. Gli obiettivi dell’accordo possono infatti essere mappati rispetto alle quattro aree di analisi dello studio Eurydice così da evidenziarne il contributo.Il rapporto “Learning for Sustainability in Europe” di Eurydice evidenzia con chiarezza la necessità di un approccio integrato e continuativo per infondere la sostenibilità nei sistemi educativi europei. In particolare, in Italia, i recenti sviluppi normativi, come il Decreto Ministeriale del 30 gennaio 2024 summenzionato, che introduce modelli unici di certificazione delle competenze con particolare attenzione alle competenze legate alla sostenibilità, segnano un passo avanti significativo verso l’armonizzazione delle pratiche educative con gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030.

Questi cambiamenti normativi non solo rafforzano l’importanza di un’educazione alla sostenibilità ben strutturata ma pongono anche l’Italia in una posizione di rilievo nella promozione di una cittadinanza attiva e consapevole che può beneficiare anche di un forte impulso sistemico grazie alle azioni previste dal protocollo di intesa MIM-ASviS del 2023.

La sfida ora consiste nel perseguire questi obiettivi e nell’implementare queste direttive in modo efficace, garantendo che tutti i livelli del sistema educativo siano coinvolti e supportati nel promuovere le competenze per un futuro più sostenibile.

Per l’Italia hanno contribuito allo studio:
Unità italiana di Eurydice
Istituto nazionale di documentazione, innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) Agenzia Erasmus+
Contributo dell’unità: Simona Baggiani, Erika Bartolini;
Esperta: Maria Chiara Pettenati (Dirigente di ricerca, INDIRE, delegata INDIRE nell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile a come co-coordinatrice nei gruppi di lavoro Goal 4 e Obiettivo 4.7, Ambasciatrice del Patto per il Clima dell’UE)

 

 


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