Articoli

14 Luglio 2022

Supporto ai giovani rifugiati ucraini nelle scuole e nell’istruzione superiore in Europa

In che modo i sistemi educativi europei hanno risposto al gran numero di bambini e di giovani in fuga dall'Ucraina? Quali politiche e quali misure sono state sviluppate per sostenere gli studenti ucraini in Europa? Due nuovi rapporti di Eurydice rispondono a queste e ad altre domande per contribuire a informare e a sostenere i sistemi educativi europei nel loro sforzo di garantire agli studenti ucraini un accesso all'istruzione, alla formazione e al sostegno che corrisponda ai loro bisogni, alle loro aspirazioni e che favorisca il loro benessere emotivo.

di Alessandra Mochi

L’invasione russa dell’Ucraina ha messo in serio pericolo di vita milioni di persone, tra cui un’ampia percentuale di bambini e di giovani, costringendoli a lasciare la propria casa e a cercare protezione nei Paesi europei limitrofi i quali hanno ora la responsabilità di mettere in campo misure di sostegno per facilitare la loro rapida integrazione.

La rete Eurydice della Commissione europea ha pubblicato i seguenti due rapporti sull’integrazione degli studenti ucraini rifugiati nei paesi ospitanti: “Supporting refugee learners from Ukraine in schools in Europee Supporting refugee learners from Ukraine in higher education in Europe“. Questi brevi studi prendono in esame alcune delle principali politiche e delle misure sviluppate dalle autorità educative di livello superiore in tutta Europa finalizzate ad aiutare le scuole e gli istituti di istruzione superiore a integrare i bambini e gli studenti rifugiati provenienti dall’Ucraina assicurando loro istruzione di qualità e sostegno psicosociale.

Come dichiarato da Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, “i Paesi europei hanno già compiuto passi importanti per integrare i rifugiati ucraini nei sistemi educativi e la Commissione europea sta mobilitando una serie di programmi e di strumenti politici per sostenerli.  Stiamo fornendo sostegno finanziario alle scuole, all’istruzione e alla formazione professionale, nonché all’educazione e cura della prima infanzia attraverso i Fondi di coesione dell’UE, Erasmus+ e il Corpo europeo di solidarietà. Abbiamo istituito un Gruppo di solidarietà dell’UE in materia di istruzione per l’Ucraina per individuare le esigenze dei bambini ucraini e per sostenere gli Stati membri che li ospitano. Abbiamo fornito l’accesso a materiale didattico in ucraino e offerto risorse e corsi online per gli insegnanti attraverso lo School Education Gateway. Stiamo sostenendo gli scambi di insegnanti nella comunità eTwinning. Inoltre, la Commissione europea sta anche dando la possibilità alla comunità dell’istruzione superiore e della ricerca di fornire un sostegno incondizionato alle università, agli studenti e al personale ucraini”.

Entrambi i rapporti, il cui anno di riferimento è il 2021/22, forniscono informazioni aggiornate sui paesi che fanno parte della rete Eurydice (ad eccezione di Ungheria e Serbia), partendo dai risultati dei due precedenti rapporti di Eurydice Integrazione degli studenti provenienti da contesti migratori nelle scuole d’Europa e Integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati nell’istruzione superiore in Europa: politiche e misure nazionali. Sebbene i paesi europei abbiano già intrapreso molte azioni per aiutare i bambini e gli studenti ad accedere ai sistemi educativi locali, vi sono alcune aree che dovrebbero essere rafforzate.

I principali risultati che emergono da entrambi gli studi sono i seguenti:

  • Il numero di bambini e di giovani ucraini rifugiati varia molto fra i paesi presi in esame. Il numero più alto registrato a maggio 2022 è in Polonia (528.110), a seguire troviamo la Germania (circa 290.000), la Cechia (70.530) e poi Italia, Romania, Spagna e Slovacchia (fra 30.000 e 40.000). Ma il dato più interessante è che in tutti i paesi una parte di questi giovani non risultavano ancora iscritti a scuola. Ad esempio, in Italia, uno fra i paesi con la percentuale più elevata, gli iscritti a maggio erano il 71%.

 

Figura: Numero di bambini e giovani ucraini rifugiati nei paesi europei e percentuale di quelli iscritti nelle scuole, maggio 2022

  • La maggior parte dei sistemi educativi europei, fra cui l’Italia, riferisce di promuovere l’integrazione dei bambini nelle classi regolari, combinata con il supporto intensivo per l’apprendimento della lingua dell’istruzione.
  • La maggior parte dei sistemi educativi europei fornisce supporto agli studenti rifugiati che desiderano seguire l’apprendimento a distanza secondo il curriculum ucraino. Nella maggior parte dei casi, le autorità educative assistono le scuole e gli studenti nell’accesso a piattaforme online messe a disposizione dal Ministero dell’educazione e della scienza ucraino; in Italia, invece, come in Germania, viene offerto anche supporto per l’apprendimento a distanza sincrono in videoconferenza per consentire agli studenti ucraini dell’istruzione secondaria di partecipare alle lezioni e agli esami finali.
  • La maggior parte dei paesi ha approvato leggi speciali o concesso flessibilità per consentire il reclutamento e la collaborazione con insegnanti ucraini i quali possono, ad esempio, assistere gli insegnanti nelle classi o essere assunti come pedagogisti, psicologi scolastici o logopedisti in Estonia e Lituania, o come mediatori linguistico-culturali in Italia.
  • Rispetto alle politiche e alle misure relative ai bisogni educativi degli alunni rifugiati, risultano esserci meno iniziative mirate sui loro bisogni psicosociali, soprattutto per quanto riguarda la valutazione iniziale, le linee guida del curriculum e la formazione degli insegnanti. Fra le iniziative rilevate ci sono specifiche linee guida e raccomandazioni in Germania, Slovenia e Islanda per promuovere il benessere mentale, emotivo e sociale dell’alunno, mentre in Italia, in Irlanda e in Norvegia, ciò avviene attraverso specifico materiale fornito dalle autorità educative. Sempre in Italia, è stato sviluppato materiale pedagogico a supporto del benessere degli alunni che si trovano in difficoltà a causa del contesto di violenza e di guerra in Ucraina.

 

Figura: Politiche e misure di livello superiore per promuovere il benessere sociale, emotivo e mentale degli studenti attraverso il curriculum e/o la formazione degli insegnanti, ISCED 1-3, 2021/2022

  • Nell’istruzione superiore, la maggior parte delle misure su vasta scala presenti nei vari paesi per rispondere all’arrivo degli sfollati ucraini esistevano già prima dello scoppio del conflitto (per misure su larga scala si intendono misure che ricevono finanziamenti pubblici, finanziate dai budget degli istituti di istruzione superiore e che si estendono a tutto il paese). Quindi l’approccio prevalente è stato quello di utilizzarle e di svilupparle ulteriormente, anche se alcuni paesi hanno introdotto misure ad hoc.  Ci sono paesi che ne hanno in atto più di tutti degli altri, e fra questi figura l’Italia, insieme alla Spagna e alla Romania. In Italia tutte le misure erano già presenti anche prima dell’inizio del conflitto fra Russia e Ucraina.
  • Le misure di sostegno più comuni per gli istituti di istruzione superiore sono la formazione e il supporto linguistici, la consulenza psicologica, l’orientamento accademico, i corsi introduttivi, il sostegno finanziario e i posti di studio riservati.
  • Il riconoscimento dei precedenti risultati negli studi può rappresentare una sfida seria, soprattutto quando non è possibile fornire prove documentali delle qualifiche. Molti paesi europei non dispongono di procedure sistematiche per far fronte a tali situazioni e la maggior parte non utilizza strumenti specifici per garantire un riconoscimento regolare ed equo. Nella Convenzione di Lisbona sul riconoscimento è stato inserito l’Articolo VII specifico su questo argomento. Tuttavia, nonostante le legislazioni nazionali siano tenute ad attuarlo, ciò non è avvenuto in  ben 17 sistemi educativi, ma solo in 13 fra cui l’Italia. Anche il Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati, sviluppato dal Consiglio d’Europa e dai suoi partner per facilitare il riconoscimento delle qualifiche in caso di mancanza di prove documentali, viene utilizzato sistematicamente solo in Italia, Paesi Bassi e Romania.

 

Figura: Utilizzo del Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati, 2021/2022

  • Infine, soltanto sette sistemi di istruzione superiore effettuano il monitoraggio dell’integrazione dei rifugiati nei loro istituti. Si tratta di un monitoraggio elementare, basato sostanzialmente sui dati delle iscrizioni. Solo la Comunità fiamminga del Belgio ha stabilito un meccanismo di monitoraggio più a lungo termine per poter determinare i tassi di completamento degli studi da parte dei rifugiati. L’Italia ha un sistema più consolidato di monitoraggio degli studenti rifugiati da cui risulta che i cittadini ucraini presenti nel 2021/2022 sono 31, mentre il maggior numero di rifugiati proviene dall’Afghanistan (110 iscrizioni), dalla Cechia (31 iscrizioni) e non più di 3 da un solo paese. Poiché il monitoraggio è necessario per comprendere l’impatto delle politiche e delle misure adottate, è necessario che i paesi europei si sforzino di apportare miglioramenti nei mesi a venire.

Nel complesso, i due nuovi rapporti di Eurydice forniscono nuove indicazioni su come i sistemi educativi europei riescano a garantire ai discenti ucraini l’accesso all’istruzione, alla formazione e al sostegno di cui hanno bisogno.


Tag: Istruzione superiore, Inclusione