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5 Ottobre 2020

Quanto sono “apprezzati” gli insegnanti in Europa

Retribuzione, prospettiva di aumenti di stipendio in base alla progressione di carriera, potere di acquisto possono darci un’idea più precisa della capacità dei sistemi educativi europei di attrarre i laureati più qualificati e trattenere i migliori insegnanti nella professione docente

di Simona Baggiani

Il 5 ottobre è il World Teacher Day e, come di consueto, Eurydice lo celebra con l’uscita di un nuovo rapporto.

La crisi innescata a livello globale dall’emergenza sanitaria COVID-19 ha messo  ancora più in chiaro, nel caso non fossero bastate le già molteplici evidenze, l’ampia gamma di compiti e il forte impegno richiesto sia agli insegnanti che ai dirigenti scolastici per garantire un insegnamento di qualità specialmente in tempi di circostanze avverse.

È dunque quanto mai lecito e opportuno domandarsi se gli insegnanti in Europa sono pagati adeguatamente per il loro lavoro, quali prospettive di aumento di stipendio hanno via via che progrediscono nella loro carriera, qual è il loro potere d’acquisto e se è aumentato o diminuito negli ultimi anni.

A queste domande, e ad altre ancora, cerca di rispondere l’ultimo rapporto della rete Eurydice: Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2018/19

Il rapporto consta infatti di un’analisi comparativa in cui si analizzano sotto questi diversi punti di vista gli stipendi tabellari di insegnanti e capi di istituto nelle scuole pubbliche preprimarie, primarie e secondarie e di schede nazionali con informazioni più dettagliate per ciascuno dei 42 sistemi educativi presi in esame.

Se andiamo ad analizzare un po’ più da vicino i principali risultati del rapporto, ci si accorge, innanzitutto, di significative differenze tra i paesi europei negli stipendi tabellari degli insegnanti all’inizio della professione che possono infatti variare, a seconda del paese, da 5000 a 80.000 € lordi all’anno. Il livello salariale è generalmente correlato allo standard di vita misurato in termini di prodotto interno lordo (PIL) pro capite.

In alcuni paesi UE (nella fattispecie Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia) lo stipendio di base degli insegnanti neoassunti è al di sotto dei 9000 € annui. Si tratta, infatti, dei paesi con il più basso PIL pro capite in tutta l’UE.

Gli stipendi tabellari dei docenti italiani si collocano, insieme a quelli dei colleghi francesi, portoghesi e inglesi, nel range tra 22.000 e 28.000 € lordi annui, in cui rientra anche la media europea che è di 24.499 € per il livello preprimario, 26.237 per il livello primario, 27.419 per il livello secondario inferiore e 28.420 € per il livello secondario superiore.

Più alti della media europea sono, invece, gli stipendi iniziali degli insegnanti in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia e Scozia. Gli stipendi più alti, come si può notare dalla tabella sottostante, si registrano in Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, tutti paesi con un PIL pro capite alto.

Stipendi tabellari iniziali annuali lordi in EURO per insegnanti a tempo pieno delle scuole pubbliche, 2018/19 *

[ * ISCED 02= livello preprimario, ISCED 1= livello primario; ISCED 24= livello secondario inferiore; ISCED 34= livello secondario superiore]

Anche per quanto riguarda l’importo e il tempo necessario per gli aumenti di stipendio correlati alla progressione di carriera, si registrano sostanziali differenze tra i paesi europei.

A seconda del paese, infatti, gli stipendi iniziali possono aumentare durante la carriera di un docente da circa il 12% fino addirittura al 116%. Il numero medio di anni necessari per raggiungere il massimo del range salariale va, inoltre, da 6 anni in Scozia a 42 in Ungheria.

In Irlanda, Paesi Bassi e Polonia, gli stipendi tabellari iniziali dei docenti possono aumentare di oltre il 60% nei primi quindici anni di servizio, e ancor di più negli anni successivi. Per esempio, nei Paesi Bassi gli stipendi iniziali aumentano di ben il 76% già nei primi 15 anni di servizio e fino al 105% negli anni successivi (cfr. figura qui sotto).

Differenza percentuale tra gli stipendi iniziali di base degli insegnanti del livello secondario inferiore e i loro stipendi dopo 10 e 15 anni di servizio, e al top della scala salariale, 2018/19

Anche in altri paesi, l’aumento percentuale totale è elevato ma è tuttavia necessaria una lunga anzianità di servizio per raggiungere il top della scala retributiva. In Portogallo, ad esempio, come si può vedere dalla figura, lo stipendio finale è più del doppio di quello iniziale ma gli insegnanti arrivano a percepirlo solo dopo 34 anni di servizio. In Francia, ancora, gli stipendi iniziali aumentano del 73% con 29 anni di servizio.

Ci sono poi paesi, e questo è anche il caso dell’Italia, in cui gli insegnanti hanno bisogno di una significativa anzianità di servizio per raggiungere aumenti salariali piuttosto modesti. Nel nostro paese, infatti, come si vede anche dalla figura sopra, gli stipendi iniziali degli insegnanti possono aumentare di circa il 50% solo dopo 35 anni di servizio. Una durata simile è necessaria in Spagna per un aumento del 42%. In Germania e in Svezia gli stipendi iniziali possono aumentare nel tempo al massimo fino al 32%. Questi ultimi due paesi possono, tuttavia, contare su uno stipendio tabellare iniziale molto più alto di quello degli insegnanti italiani; ossia, rispettivamente di ben 55.153 € annui per gli insegnanti tedeschi e di 37.170 per gli insegnanti svedesi, comparati ai 25.829 € annui dei nostri insegnanti dello stesso livello secondario inferiore.

Anche in altri sistemi educativi l’aumento totale è modesto ma l’anzianità di servizio richiesta per arrivare in cima alla scala salariale è più breve. Giusto per fare qualche esempio, in Svizzera gli stipendi iniziali crescono in media del 27% nei primi 10 anni e del 54% dopo 25 anni. Possono aumentare fino al 16% dopo 12 anni di servizio in Danimarca, del 20% dopo 15 anni in Islanda e del 18% dopo 16 anni in Norvegia.

Infine, per quanto riguarda i cambiamenti negli stipendi tabellari durante gli ultimi anni, dal rapporto risulta che nel 2018/19, gli insegnanti hanno visto aumentare i propri stipendi nella maggior parte dei sistemi educativi, anche se gli aumenti sono stati generalmente modesti o indicizzati all’inflazione.

In particolare, sono rimasti generalmente gli stessi in pochi paesi tra cui Grecia, Lussemburgo, Portogallo. In tutti questi paesi era stato così anche nell’anno scolastico precedente.

Gli stipendi dei dipendenti pubblici, inclusi gli insegnanti, sono stati aggiustati al costo della vita in alcuni paesi come Belgio, Germania e Spagna. In Italia, in Polonia e nel Regno Unito, questi aggiustamenti sono stati indirizzati specificamente agli insegnanti.

Alcuni paesi con livelli di stipendio bassi (Bulgaria, Cechia, Estonia, Lituania, Ungheria, Romania e Slovacchia) continuano ad attuare specifiche misure per migliorare gli stipendi di base degli insegnanti, mantenendo così la tendenza all’aumento già evidenziata negli anni precedenti.

In altri sistemi educativi, si sono, invece, registrati aumenti di stipendio in seguito a una contrattazione collettiva. In Svezia, per esempio, c’è stato un aumento compreso tra il 2% e il 6% (a seconda del livello di istruzione e il numero di anni di servizio). Nei Paesi Bassi, in Finlandia, Slovenia e Norvegia l’aumento è stato di circa il 2%. Nei paesi UE, l’aumento più elevato tra il 2014/15 e il 2018/19 si riscontra in Bulgaria (ben il 51%), Cechia, Estonia, Lettonia (più del 60%), Lituania e Romania (addirittura il 164% per gli insegnanti del livello secondario). In questo ultimo paese, tuttavia, gli insegnanti devono assumersi il pagamento integrale del proprio contributo al sistema sanitario, previdenziale e pensionistico.

Dal 2014/15 gli stipendi iniziali degli insegnanti adeguati all’inflazione sono aumentati significativamente (generalmente più del 10%) anche in Danimarca, Irlanda, Malta, Austria, Slovacchia e Svezia. Un aumento più modesto è stato registrato in Germania, Croazia, Ungheria e Polonia.

In Spagna, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, esattamente come in Italia, il potere di acquisto degli insegnanti è rimasto più o meno lo stesso negli ultimi 4 anni.

Per consultare e scaricare il rapporto in formato pdf: Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2018/19


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