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16 Novembre 2018

Tasse e supporto finanziario per gli studenti dell’istruzione superiore: politiche e cifre a confronto in Europa

Attraverso una panoramica comparativa e singole schede per paese, l’aggiornamento annuale del rapporto di Eurydice su tasse e supporto finanziario agli studenti dell’istruzione superiore risponde a chi vuole sapere dove, in Europa, si può studiare senza pagare le tasse, dove le tasse sono più alte e quale tipo di sostegno finanziario viene offerto agli studenti.

di Alessandra Mochi

L’istruzione superiore svolge un ruolo vitale nella società e la sua qualità e accessibilità dipendono fortemente dai finanziamenti. Ciò viene affermato nella rinnovata Agenda europea per l’istruzione superiore  che sottolinea anche l’importanza del ruolo dei governi nazionali in questo settore, dal momento che, ancora, continuano a esserne i principali finanziatori nella maggior parte dei paesi europei.

Una delle principali sfide delle autorità nazionali è, quindi, trovare soluzioni sostenibili per erogare i finanziamenti e garantire agli studenti che provengono da diversi contesti, di essere messi in condizione di studiare e di concludere i percorsi di istruzione superiore intrapresi. Il modo in cui ciò viene assicurato a livello nazionale è un aspetto chiave della “dimensione sociale dell’istruzione superiore”. Tasse e sistemi di supporto finanziario sono strumenti importanti delle politiche nazionali in questo campo che possono incoraggiare o scoraggiare l’accesso all’istruzione superiore e avere inoltre un impatto sulla progressione e sui tassi di completamento degli studi.

Il rapporto della rete Eurydice National Student Fee and Support Systems in European Higher Education – 2019/19, aggiornato annualmente e oggi alla sua settima edizione, rileva quanto l’interazione tra le tasse e il supporto agli studenti sia complessa, e quanto sia difficile confrontare realtà nazionali in modo preciso e chiaro. Questo perché le dimensioni da considerare sono molte e altrettante le domande alle quali è necessario dare una risposta: le tasse devono pagarle tutti gli studenti o solo alcuni? Se sono solo alcuni a pagarle, quali sono i criteri principali per determinare chi le paga e chi no? E quanto pagano effettivamente gli studenti?

Altrettanto importante è porsi domande sui sistemi di sostegno finanziario agli studenti: quali sono le forme principali di supporto che vengono offerte? E qual è lo scopo di tale sostegno: premiare e incentivare i buoni risultati negli studi o rispondere a un bisogno economico? E ancora: il sostegno finanziario viene corrisposto agli studenti sotto forma di borsa di studio o come prestito che dovrà prima o poi essere restituito? E se di borse di studio si tratta, vengono date solo ad alcuni o a tutti? Se vengono assegnate solo ad alcuni, in base a quali criteri e a quanto ammonta il supporto? Oltre al sostegno finanziario corrisposto direttamente agli studenti, è previsto anche un supporto erogato ai genitori sotto forma di assegni familiari o di sgravi fiscali? Il rapporto risponde a tutte queste domande attraverso una parte introduttiva di analisi comparativa e una sezione dedicata a singole schede nazionali molto sintetiche, corrispondenti a 43 sistemi di istruzione superiore europei che, attraverso diagrammi e una breve parte di testo, ne delineano i principali elementi.  Per comprendere le reali politiche dei vari paesi con un approccio comparativo, tenendo presenti gli argomenti toccati da tutte le domande sopra menzionate, il modo migliore è combinare il sistema di tassazione con gli strumenti di supporto finanziario.

In quest’ottica, la Figura 1 qui sotto riportata rivela come i governi distribuiscono il pagamento delle tasse di istruzione superiore tra gli studenti indicando in quanti, in percentuale, le pagano, e in che misura è effettivamente diffuso il sostegno finanziario indicando in quanti, in percentuale, beneficiano di borse di studio. Queste ultime sono considerate la forma più comune di sostegno finanziario per gli studi e, probabilmente, il sistema che maggiormente influenza la percezione che gli studenti hanno della loro sicurezza finanziaria nel corso dell’istruzione superiore. Incentrata sugli studenti a tempo pieno del primo ciclo, questa figura riunisce i dati presentati in varie figure del rapporto e li restituisce in una prospettiva combinata.

 

Figura 1

 

Tenendo in considerazione la percentuale di chi paga le tasse e di chi beneficia di borse di studio, si sono suddivisi i paesi europei analizzati in quattro tipologie di approccio politico che, nella Figura 1, corrispondono ai quadranti A, B, C e D.

Nel primo gruppo di paesi nessuno o solo pochi studenti pagano le tasse e, al tempo stesso, la maggioranza riceve borse di studio il cui ammontare è calcolato in base alla loro condizione socio-economica (quadrante A). Fra questi troviamo tre paesi n0rdici (Svezia, Danimarca e Finlandia), ma anche Malta. La Norvegia si avvicina molto a questo modello in quanto non prevede tasse da pagare, tuttavia, rispetto agli altri, ha una percentuale di beneficiari di borse un po’ più bassa.

Il secondo raggruppamento include i paesi in cui una minoranza di studenti, o addirittura nessuno, paga le tasse e, in ogni caso, chi le paga non supera i 100 euro. Questo fenomeno si combina con una bassa percentuale di beneficiari di borse di studio (quadrante B). Fra questi paesi Grecia e Turchia non prevedono tasse nel primo ciclo, mentre Repubblica ceca, Estonia, Austria e Slovacchia le fanno pagare solo a pochi e, principalmente, a chi ha riportato scarsi risultati accademici. Anche in Germania e in Polonia quasi nessuno paga le tasse e solo un quarto degli studenti ottiene una borsa di studio. Un sottogruppo di paesi, fra cui la Lettonia, la Lituania, l’Ungheria e la Romania, fa pagare le tasse a circa il 30-50% degli studenti. Qui, a seconda del merito, gli studenti hanno due possibilità: se rientrano fra i più meritevoli hanno gli studi pagati dallo stato, altrimenti devono pagarseli autonomamente.

A differenza di questi primi due gruppi di paesi, tutti gli altri, che invece rientrano nei quadranti B e C, adottano politiche che fanno pagare le tasse alla maggioranza degli studenti ma differiscono tra loro per i criteri di assegnazione dei supporti finanziari.

I paesi del quadrante C spesso abbinano a un’alta percentuale di studenti che paga le tasse una bassa percentuale di beneficiari di borse di studio. Le tasse vengono quindi pagate quasi da tutti ad eccezione esclusivamente degli studenti in situazioni di svantaggio socio-economico. Questa è la linea di tendenza generale di questo gruppo, in cui rientra anche l’Italia con una percentuale di studenti che paga le tasse che va dal 75% al 99,9%.  Poi però ci sono casi particolari, come la Croazia e il Montenegro dove, dallo scorso anno, i nuovi iscritti non pagano tasse per il primo anno; tuttavia, se non acquisiscono un numero sufficiente di crediti ECTS, le pagano a partire dall’anno successivo. Invece, in Bosnia Erzegovina, Serbia e nella Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, chi è particolarmente meritevole può studiare gratuitamente in determinati istituti statali, mentre tutti gli altri pagano le tasse. Comunque, in ogni caso i paesi che rientrano in questi gruppo assegnano borse di studio a meno di un terzo degli studenti. Non sono previste borse di studio basate sul bisogno in Inghilterra (a partire da chi si è iscritto nel 2016/17), in Albania, Bosnia Erzegovina, Islanda, Montenegro e Serbia.

L’ultimo gruppo è quello dei paesi del quadrande D, in cui vi è un’alta percentuale di studenti che pagano le tasse e un’alta percentuale di beneficiari di borse di studio. Fra questi figurano solo il Lussemburgo, il Galles e l’Irlanda del Nord. In Lussemburgo tutti pagano le tasse e la maggior parte riceve una sovvenzione di base, inoltre altri criteri socio-economici e il reddito determinano l’ammontare di una borsa di studio aggiuntiva, di un eventuale prestito o di una combinazione delle due misure.  Nei due paesi del Regno Unito, il numero di beneficiari di borse di studio è piuttosto alto e in Galles tutti gli studenti, a partire da questo anno accademico, ricevono anche un sussidio di 100 sterline all’anno come contributo per i costi della vita.

I dati raccolti dal rapporto riguardo ai diversi strumenti a sostegno degli studenti rivelano anche che nella maggior parte dei paesi del quadrante A, in cui pochi pagano le tasse e molti ottengono borse di studio, una percentuale piuttosto elevata beneficia dei prestiti. Ciò rende gli studenti di questi paesi economicamente più autonomi rispetto agli altri. Solo pochi altri paesi registrano una percentuale di beneficiari di prestiti degna di nota (al di sopra cioè del 25%), come ad esempio i Paesi Bassi, il Regno Unito (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord), l’Islanda e la Norvegia. Inoltre, un certo numero di paesi dei quadranti B e C mette a disposizione un supporto indiretto attraverso benefici fiscali o assegni familiari destinati ai genitori degli studenti.

Gli importi delle tasse che gli studenti devono pagare differiscono molto fra i vari paesi.

La Figura 2 sottostante mostra quali sono gli importi annuali più ricorrenti nel primo ciclo dell’istruzione superiore, considerando però solo le tasse pagate da chi è in regola con gli studi, senza tenere, quindi presente, le eventuali tasse in più da pagare in caso di insufficiente acquisizione di crediti ECTS o di studi fuori corso.

 

Figura 2

 

Come si evince dalla figura, oltre la metà dei paesi richiede pagamenti di tasse che superano i 100 euro. Più nello specifico, in 12 paesi si pagano fra 101 e 1000 euro, mentre in otto sistemi si paga fra i 1001 e i 3000 euro. In questo gruppo rientra anche l’Italia, insieme a Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera e Liechtenstein (da notare inoltre che si tratta di paesi in cui quasi tutti gli studenti pagano le tasse), ma anche l’Ungheria, dove le tasse sono pagate da circa un terzo degli studenti. Le tasse annuali più alte, che si aggirano intorno ai 10 000 euro, vengono pagate in Inghilterra e in Galles (in Irlanda del Nord si paga circa la metà di questo importo).

La figura non illustra gli importi delle tasse relative al secondo ciclo, che però sono pressoché uguali a quelle del primo ciclo.

Ma la parte di analisi comparativa del rapporto, che precede le schede nazionali, va ben oltre questa breve analisi. Le realtà dei vari paesi vengono analizzate anche attraverso 15 Figure che vertono prevalentemente sul primo ciclo dell’istruzione superiore, pur facendo riferimento alle differenze fra i vari cicli di studi, fra lo studio a tempo pieno e a tempo parziale, e fra gli studenti europei (definiti nel rapporto home students) ed extra-europei (definiti nel rapporto international students). La lettura delle schede sui singoli paesi permette infine di scoprire qual è la situazione degli studenti del primo ciclo, del secondo ciclo e del ciclo breve dell’istruzione superiore e degli studenti part-time ed extra-europei.


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