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7 Aprile 2021

L’educazione digitale a scuola in Europa: una sfida ancora tutta da vincere

L'innovazione digitale, una tematica da tempo al centro delle politiche educative europee, ha avuto un’accelerazione con la pandemia da Covid 19, che ha costretto il sistema ‘scuola’ ad organizzare la didattica a distanza servendosi dei mezzi digitali a disposizione, mettendo a sistema e sperimentando le tecnologie didattiche come mai prima era stato fatto.

di Erica Cimò

L’educazione digitale rappresenta da anni una tematica di punta delle politiche europee nel settore dell’istruzione, basti pensare che la competenza digitale è stata inserita fin dal 2006 tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, e che la Raccomandazione del 2018, sempre sullo stesso tema, ribadisce la sua importanza e la definisce come segue: ‘La competenza digitale presuppone l’interesse per le tecnologie digitali e il loro utilizzo con dimestichezza e spirito critico e responsabile per apprendere, lavorare e partecipare alla società’.

Più recentemente, nel Piano d’azione della Commissione europea per l’istruzione digitale 2021-2027, dal titolo ‘Ripensare l’istruzione e la formazione per l’era digitale’ del 30 settembre 2020, viene sottolineata l’importanza dell’uso delle tecnologie digitali non solo per l’apprendimento e l’insegnamento ma anche per la qualità e l’inclusività dei sistemi educativi europei.

E ancora, nel corso del Terzo vertice europeo sull’istruzione, che si è tenuto a dicembre 2020, si sono discussi temi importanti correlati all’educazione digitale e sono emerse in maniera evidente le sfide che i sistemi di istruzione e formazione europei dovranno affrontare nell’era post-Covid. Un obiettivo di grande portata è senza dubbio la realizzazione entro il 2025 di uno Spazio europeo dell’istruzione resiliente, che si misuri con grandi mete come la sostenibilità ambientale, l’innovazione digitale e l’inclusione sociale.

Data l’attualità del tema, uno studio della rete Eurydice del 2019, Digital Education at School in Europe, continua ad offrire spunti di riflessione. I livelli di istruzione coperti dallo studio sono il livello primario e quello secondario (inferiore e superiore), e l’anno scolastico di riferimento è il 2018/2019. Le informazioni prendono in esame i dati nazionali dei 28 Stati membri dell’UE (al momento dell’uscita della pubblicazione, il Regno Unito era ancora formalmente parte dell’Unione) e di Albania, Bosnia-Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia, arrivando a coprire ben 43 sistemi educativi in totale.

Il rapporto è suddiviso in quattro capitoli, che coprono le seguenti tematiche: il primo capitolo tratta i curricoli scolastici e i risultati di apprendimento correlati all’educazione digitale; nel secondo capitolo, si affrontano le competenze digitali specifiche degli insegnanti, inclusa la formazione iniziale e lo sviluppo professionale offerto agli insegnanti; il terzo capitolo, rende conto della valutazione delle  competenze digitali degli studenti e dell’uso delle tecnologie digitali nelle prove e nella valutazione degli alunni/studenti; e, infine, il quarto capitolo, presenta le strategie e le politiche messe in atto dai vari sistemi educativi nell’ambito dell’educazione digitale per supportare le scuole e per favorire un approccio strategico nelle pratiche.

I cinque allegati a corredo dello studio consentono di approfondire alcuni temi, tra questi si segnala l’Allegato 1a, che presenta gli approcci curricolari alla competenza digitale di alcuni paesi, con particolare attenzione per le riforme dei curricoli della scuola primaria e secondaria inferiore e superiore; l’Allegato 2, che presenta i quadri di riferimento delle competenze digitali per gli insegnanti fornendo una breve descrizione per ciascuno dei paesi presentati; e l’Allegato 4, dove vengono passate in rassegna alcune delle strategie di livello centrale/superiore che includono l’educazione digitale nell’istruzione primaria e secondaria generale.

Il nuovo numero della collana ‘I Quaderni di Eurydice Italia’, dal titolo L’educazione digitale a scuola in Europa, accoglie la traduzione italiana del rapporto Digital Education at School in Europe.

Cosa si intende con educazione digitale? Il rapporto di Eurydice utilizza l’espressione ‘educazione digitale’ per sottolineare due prospettive distinte ma complementari che accompagnano le tematiche affrontate: da un parte, lo sviluppo delle competenze digitali di alunni, studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, e dall’altra, l’utilizzo a fini pedagogici delle tecnologie digitali per supportare, migliorare e trasformare l’insegnamento e l’apprendimento.

I risultati principali dello studio sono interessanti per comprendere come i sistemi educativi europei affrontino il tema dell’educazione digitale; in questa sede si presentano alcune riflessioni sull’educazione digitale, in particolare, in riferimento al curricolo scolastico, alle competenze digitali degli insegnanti e alle strategie e politiche messe in atto dai vari paesi per modernizzare e innovare i rispettivi sistemi di istruzione e formazione.

Competenza digitale nei curricoli scolastici

In Europa, è diffuso l’utilizzo della definizione di ‘competenza digitale quale competenza chiave’; quasi la metà dei sistemi educativi europei fa riferimento alle definizioni europee di competenza chiave citando la competenza digitale.

Lo sviluppo della competenza digitale è incluso nella maggior parte dei paesi a tutti e tre i livelli di istruzione; tuttavia, a differenza di altre discipline scolastiche tradizionali, non viene solo considerato un argomento a se stante ma anche una competenza chiave trasversale. Questa area curricolare viene integrata nei curricoli scolastici attraverso tre distinte modalità: come materia interdisciplinare, laddove le competenze digitali sono intese come competenze trasversali e vengono veicolate in tutte le discipline del curricolo scolastico. In questo caso tutti gli insegnanti condividono la responsabilità di sviluppare le competenze digitali in alunni/studenti; come materia a sé stante, che vede le competenze digitali considerate come una materia a sé stante; e integrata in altre materie, e in questo ultimo caso le competenze digitali sono incorporate nel curricolo di altre materie o aree di apprendimento.

Figura 1 Approcci curricolari all’insegnamento delle competenze digitali sulla base dei curricoli nazionali per l’istruzione primaria e secondaria generale, (ISCED 1-3), 2018/19

Nell’istruzione primaria, più della metà dei sistemi educativi europei include la competenza digitale quale argomento trasversale. Viene considerata una disciplina obbligatoria a se stante in 11 paesi e integrata in altre discipline in 10 paesi. Un quarto dei sistemi educativi combina due approcci, e tra i paesi che prevedono questa combinazione troviamo anche l’Italia, oltre alla Spagna, la Francia, il Portogallo, la Slovenia, ecc..

Un altro argomento di interesse è la presenza di riforme curricolari in atto nei vari sistemi educativi europei; le riforme stesse partono da motivazioni diverse, dal momento che i paesi stessi si trovano ad un livello di sviluppo e di utilizzo dei mezzi digitali che cambia da una realtà all’altra. Alcuni sistemi educativi sono concentrati sull’introduzione della competenza digitale nel curricolo, laddove non sia presente, come la Comunità francese del Belgio; altri, rafforzano il ‘peso’ della disciplina/tematica, ad esempio, introducendola ad un livello di istruzione precoce, come la Bulgaria; altri ancora promuovono l’importanza della disciplina, introducendo un nuovo approccio curricolare, aggiornandone i contenuti o rafforzando determinate aree, come il coding, il pensiero computazionale o la sicurezza, e questo è il caso della Francia.

Competenze digitali e insegnanti

In circa due terzi dei sistemi educativi europei, le competenze digitali specifiche, nei quadri di riferimento per le competenze, vengono riconosciute come essenziali, vale a dire quelle che gli insegnanti devono avere. In alcuni quadri di riferimento, si tratta di una definizione molto ampia, in altri si trova una descrizione dettagliata di aree e competenze. Tutti questi documenti pongono tuttavia l’attenzione sul fatto che gli insegnanti debbano sapere come integrare le tecnologie digitali nel loro insegnamento e apprendimento, e che siano in grado di usarle in maniera efficace.

Un altro aspetto interessante è dato dal fatto che in gran parte dei sistemi educativi non ci sono normative o raccomandazioni di livello centrale/superiore sulla valutazione delle competenze digitali specifiche degli insegnanti prima del loro accesso alla professione. Neppure un quarto dei sistemi educativi offre indicazioni in merito. Nella maggior parte di questi sistemi, le competenze vengono valutate nel corso della formazione iniziale, tuttavia, in Italia (solo per futuri insegnanti dell’istruzione secondaria) e in Slovenia, le competenze digitali specifiche degli insegnanti vengono valutate al termine della loro formazione iniziale.

Figura 2 Normative o raccomandazioni di livello centrale/superiore sulla valutazione delle competenze digitali specifiche degli insegnanti prima dell’accesso alla professione, istruzione primaria e secondaria generale (ISCED1-3), 2018/19

Strategie e politiche nell’ambito dell’educazione digitale e supporto alle scuole

Le tecnologie digitali si evolvono rapidamente e, di conseguenza, le autorità educative nazionali devono restare al passo coi tempi e offrire contenuti di apprendimento che non diventino velocemente obsoleti, in modo da poter rispondere alla domanda di un’educazione digitale di alta qualità, e per dotare gli studenti di competenze digitali che questi stessi siano in grado di spendere nella loro futura vita professionale. Di fatto, ogni paese ha in atto politiche per l’educazione digitale, alcuni nell’ambito di strategie più ampie, altri in riferimento ad una strategia specifica.

Tuttavia, per quanto siano diffuse delle strategie a livello scolastico in materia di educazione digitale, queste stesse raramente vengono monitorate e valutate e, nella maggior parte dei casi, non su base regolare. Negli ultimi cinque anni, circa la metà dei sistemi educativi europei ha intrapreso una qualche forma di monitoraggio e/o valutazione delle politiche di educazione digitale, e solo otto paesi, tra cui Comunità fiamminga del Belgio, Bulgaria, Cechia, Estonia, Svezia, l’ha condotta a intervalli regolari. In altri 15 paesi, tra cui l’Italia, questo è avvenuto su base ad hoc. In particolare, in Italia ci si riferisce all’azione ‘Osservatorio permanente scuola digitale’ nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), che consente di monitorare i progressi fatti dalle scuole ad esempio in materia di attrezzature informatiche, educazione e innovazione digitale.

Se osserviamo, invece, le modalità di supporto alle scuole da parte dei sistemi educativi in relazione all’educazione digitale possiamo individuare le seguenti modalità: una o più agenzie esterne che supportano le autorità educative nell’attuazione delle politiche digitali nelle scuole (26 paesi); presenza di un coordinatore digitale scolastico, capace di offrire supporto agli attori della scuola, quali docenti, altri colleghi, capo di istituto (22 paesi); formazione dei capi di istituto, leva importante per la digitalizzazione delle scuole (16 paesi); e reti di insegnanti, vale a dire comunità digitali di docenti che operano online su portali o piattaforme digitali, sui quali è possibile accedere a risorse di apprendimento digitale, scambiare buone pratiche tra pari e seguire corsi di sviluppo professionale di tipo informale (27 paesi).

Come mostra la Figura 3, in circa la metà dei sistemi educativi europei vengono adottate politiche a supporto della nomina di un coordinatore digitale nelle scuole, e in molti paesi si rileva la presenza di politiche che promuovono la formazione dei capi di istituto

I capi di istituto svolgono un ruolo essenziale all’interno della scuola. Rispondere, pertanto, ai bisogni di sviluppo professionale dei capi di istituto è di fondamentale importanza, dal momento che questi stessi possono fungere da leva per lo sviluppo della scuola in ambito digitale. In numerosi paesi, tra cui Germania, Irlanda, Slovenia, il capo di istituto è considerato una figura essenziale di riferimento anche nella promozione della strategia digitale nella scuola, alla quale viene dedicata, ad esempio, una formazione specifica.

Un’altra figura importante per la scuola, nell’ambito dell’educazione digitale, è quella del coordinatore digitale scolastico, che rappresenta un soggetto di riferimento per la promozione dell’uso delle tecnologie nel processo educativo. Ricopre un duplice ruolo: quello didattico-pedagogico e quello tecnico. In Francia, per diventare coordinatore digitale è disponibile un corso di formazione specifico, mentre in Cechia è prevista anche una retribuzione aggiuntiva. In Grecia, a Malta e in Polonia il coordinatore si occupa di più scuole e, nel caso in cui abbia responsabilità aggiuntive, l’orario di insegnamento viene ridotto.

Figura 3 Leadership digitale nelle scuole: formazione per i capi d’istituto e nomina di coordinatori digitali, istruzione primaria e secondaria generale (ISCED 1-3), 2018/19

Infine, in numerosi paesi, la necessità di investire in infrastrutture digitali scolastiche continua ad essere sottolineata nelle strategie nazionali sull’educazione digitale e nelle politiche correlate. Questo si spiega con il fatto che non tutti i paesi hanno la stessa disponibilità di infrastrutture digitali e, di conseguenza, tale aspetto in alcuni paesi costituisce un focus importante della strategia complessiva (p.e. in Bulgaria, in Italia e in Ungheria).

Per saperne di più si rimanda alla lettura del Quaderno di Eurydice ‘L’educazione digitale a scuola in Europa’.


Tag: Competenze trasversali