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30 Marzo 2023

LO STUDIO DELLE LINGUE A SCUOLA IN EUROPA: il nuovo rapporto di Eurydice offre un’analisi comparativa di dati e politiche a livello europeo e nazionale

La lingua che si parla in un determinato paese fa incontestabilmente parte della cultura e, in quanto tale, contribuisce pienamente alla costruzione dell'identità personale e collettiva. Ciascuna lingua offre una visione specifica della vita, cosicché la diversità linguistica è apprezzata e custodita nelle società democratiche. Le lingue sono altresì strumenti sofisticati che consentono agli esseri umani di impegnarsi in relazioni significative e di rapportarsi con il mondo in generale.

di Simona Baggiani

La diversità linguistica fa parte del DNA dell’Europa. Il mosaico delle lingue europee non comprende solo le lingue ufficiali dei Paesi, ma anche le lingue regionali o minoritarie parlate da secoli sul territorio europeo, per non parlare delle lingue portate dai migranti. Fin dall’inizio, il rispetto per la diversità linguistica è stato considerato un principio chiave dell’Unione ed è iscritto nella sua legge fondamentale, ossia il Trattato sull’Unione europea in cui si afferma molto chiaramente che l’Unione “rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo”.

L’apprendimento delle lingue ha quindi un ruolo essenziale nella realizzazione del progetto europeo.

Contesto politico

Garantire a tutti gli studenti l’insegnamento di due lingue straniere fin dall’infanzia è un obiettivo ambizioso, formulato per la prima volta nel 2002 dai capi di Stato e di Governo riuniti a Barcellona. Tale obiettivo è stato recentemente ribadito nella Raccomandazione del Consiglio del maggio 2019 su un approccio globale all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue.

Più recentemente, la Risoluzione del Consiglio su un nuovo quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione verso lo Spazio europeo dell’istruzione e oltre (2021-2030), adottata a febbraio 2021, ha identificato il sostegno all’insegnamento e all’apprendimento delle lingue e al multilinguismo come un’azione concreta per la cooperazione europea al fine di garantire qualità, equità, inclusione e successo nell’istruzione e nella formazione.

Infine, la Raccomandazione del Consiglio, recentemente adottata, sui percorsi per il successo scolastico mira a promuovere migliori risultati scolastici per tutti gli studenti e il benessere a scuola. In questo contesto, vengono sottolineate le esigenze specifiche degli studenti provenienti da contesti migratori, in particolare in termini di sostegno all’apprendimento della lingua.

Contenuto del rapporto

L’edizione 2023 dello studio comparativo di Eurydice, Key Data on Teaching Languages at School in Europe, è la quinta edizione del rapporto. Come per le edizioni precedenti, questa nuova pubblicazione intende contribuire al monitoraggio degli sviluppi politici nell’ambito dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue a scuola in Europa. Le lingue straniere sono al centro dell’indagine, ma vengono prese in esame anche altre lingue (regionali o minoritarie).

In particolare, questo rapporto comprende 51 indicatori che vertono su un’ampia gamma di temi rilevanti per la politica linguistica a livello UE e nazionale, come ad esempio:

  • l’offerta di lingue (straniere) nel curriculum;
  • il numero e la varietà di lingue studiate dagli studenti;
  • il tempo dedicato all’insegnamento delle lingue straniere;
  • i livelli di risultati attesi per la prima e la seconda lingua straniera;
  • il sostegno linguistico per gli studenti immigrati nuovi arrivati e l’insegnamento delle lingue parlate a casa;
  • i profili e le qualifiche degli insegnanti di lingue straniere;
  • la mobilità transnazionale degli insegnanti di lingue straniere.

Alcuni risultati chiave del rapporto

Rispetto a quasi due decenni fa, gli alunni della scuola primaria in Europa iniziano a studiare almeno una lingua straniera sempre più precocemente. Questo è il caso anche dell’Italia in cui l’insegnamento della lingua inglese inizia già al primo anno della scuola primaria, ossia a 6 anni di età.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo studio di una seconda lingua straniera inizia di solito, in Europa come in Italia, a livello di istruzione secondaria inferiore. In Europa, infatti, il 59,2% degli studenti di questo livello studia due o più lingue straniere. In 12 sistemi d’istruzione, compreso quello italiano, la percentuale arriva a più del 90%.

Gli studenti dell’istruzione e formazione professionale hanno, in Europa, mediamente minori opportunità di apprendere due lingue straniere rispetto ai loro pari che frequentano percorsi di istruzione generale. Nel 2020, la percentuale di studenti dell’istruzione e formazione professionale che studiavano due o più lingue era, infatti, del 35,1%, mentre quella dell’istruzione generale del 60%. L’Italia su questo aspetto va in controtendenza. Infatti, come si può notare dalla figura qui sotto, la percentuale di studenti che studia due o più lingue straniere nei percorsi tecnici e professionali è maggiore rispetto a quella degli studenti liceali.

 

 

In quasi tutti i Paesi europei, l’inglese è la lingua straniera più studiata durante l’istruzione primaria e secondaria. In 11 paesi (Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Malta, Austria, Polonia, Svezia, Liechtenstein e Macedonia del Nord), addirittura oltre il 90% degli alunni studia l’inglese. Nel 2020, il francese e il tedesco erano le scelte più popolari per la seconda lingua straniera.

In molti Paesi europei, anche le lingue regionali o minoritarie e le lingue classiche sono presenti nei curricoli scolastici.

Alla maggioranza degli studenti europei viene richiesto di raggiungere il livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER) nella loro prima lingua straniera, al termine dei percorsi di tipo generale dell’istruzione secondaria superiore.

A livello UE, circa uno studente quindicenne su sette frequenta una scuola eterogenea dal punto di vista linguistico. Nel rapporto in esame vengono così definite le scuole in cui più del 25% degli studenti parla a casa una lingua diversa da quella che si parla a scuola. Nel 2018, il 13,3% degli studenti quindicenni frequentava scuole di questo tipo.

L’insegnamento della lingua parlata a casa dagli studenti è promosso o sostenuto finanziariamente da una minoranza di sistemi educativi. Tuttavia, in alcuni Paesi (Estonia, Lituania, Austria, Slovenia, Svezia e Norvegia), gli studenti provenienti da contesti migratori hanno diritto, a determinate condizioni, all’insegnamento nella propria lingua.

 

Tra il 2013 e il 2018, a livello UE, la percentuale di insegnanti di lingue straniere che sono stati all’estero per motivi professionali è aumentata di 14,6 punti percentuali. Più di un insegnante di lingue straniere su quattro ha beneficiato della mobilità transnazionale finanziata da un programma dell’UE (27,4% rispetto al 15,7% nel caso di programmi nazionali o regionali). In 10 sistemi educativi (Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Islanda), questa tendenza è stata ancora più marcata, con almeno una percentuale doppia di insegnanti che si sono recati all’estero grazie ai finanziamenti di un programma UE rispetto a quelli nazionali o regionali.

 

Fonte dei dati e metodologia

La principale fonte di dati del rapporto è la rete Eurydice, che ha fornito informazioni qualitative sulle politiche e le misure nell’ambito dell’insegnamento e apprendimento delle lingue straniere nelle scuole dei sistemi educativi dei rispettivi paesi. I dati e le informazioni di Eurydice sono integrati da dati Eurostat e da dati provenienti da due indagini internazionali dell’OCSE: il PISA 2018 e il TALIS 2018.

Il rapporto verte su 39 sistemi educativi dei 37 Paesi membri della rete Eurydice, che, oltre ai 27 Stati membri dell’UE, comprende anche Albania, Bosnia-Erzegovina, Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia.

Per consultare e scaricare il rapporto in formato pdf: Key Data on Teaching Languages at School in Europe – 2023 Edition

 


Tag: Competenze disciplinari, Dati sull'istruzione